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Flessibilità, il piano segreto dell'Ue per salvare l'Italia

Ignazio Stagno
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Dopo le scintille tra Matteo Renzi e il vice presidente della Commissione Ue Katainen, per il governo il rapporto con l'Europa si fa in salita. Palazzo Chigi e il Tesoro provano a scongiurare una manovra correttiva in autunno, ma a Bruxelles è massima allerta. Gli euroburocrati studiano i conti italiani e preparano un paracadute qualora la situazione dovesse precipitare. Così spunta un documento finora tenuto riservato che è sul tavolo dei ministri del Tesoro europei. A predisporlo, come racconta il Messaggero, sono stati i servizi tecnici della Commissione Ue. Viene tradotta nero su bianco quella flessibilità che da tempo Renzi e Padoan chiedono a Bruxelles. Secondo il dossier della Commissione lo sforzo di correzione strutturale dei conti per il 2015 al quale Roma verrebbe chiamata potrebbe essere abbassato dallo 0,5 per cento allo 0,1 per cento. In ballo c'è uno sconto di circa 6 miliardi che potrebbero essere vitali per evitare il disastro all'Italia. Il piano - La clausola di flessibilità prevede che l'aggiustamento possa essere maggiore nei periodi favorevoli e più limitato in quelli sfavorevoli per i trend economici. Secondo Bruxelles la condizione sfavorevole si avrebbe quando si realizzano tre evnti: l'economia va male, il Paese ha un debito-Pil superiore al 60 per cento e un output gap compreso tra -1,5 per cento e -4 per cento del Pil. E a quanto pare l'Italia soddisfa tutti e tre i parametri. E così adesso il governo spera che il dossier possa diventare un provvedimento strutturale su cui basare anche le stime dei prossimi trimestri. Nel 2015 attestarsi allo 0,1 per cento che sul previsto 0,5 per cento permetterebbe di guadagnare una spazio di manovra di 6 miliardi di euro. Ma rispettando comunque la soglia nominale del 3 per cento. 

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