Fra le '5 M' del made in Italy ci sono i medicinali, 1.600 giovani assunti 2014
L'Aquila, 28 nov. (AdnKronos Salute) - Le vecchie '4 A' del made in Italy (automazione, abbigliamento, arredo-casa e alimentari) si sono ormai trasformate nelle '5 M': mangiar bene, moda, mobili, meccanica e medicinali. La dimostrazione sono anche i 1.600 posti di lavoro per gli under 30 dall'inizio dell'anno. E' quanto evidenziato oggi in occasione della nuova tappa del tour Produzione di valore di Farmindustria nel polo farmaceutico Dompe'-Menarini. Dal 2010 al 2013 l'Italia ha realizzato il più forte incremento al mondo di export di farmaci. Risultato che ha portato i medicinali al quarto posto, scalando una classifica che nel 1991 li vedeva al 53° e nel 2001 al 12°. Un trend di crescita che potrebbe condurli presto sul 'podio'. La farmaceutica è poi il settore con la più alta propensione alla Ricerca: ogni anno in Italia si investono 1,2 miliardi di euro (l'11% degli investimenti totali dell'industria manifatturiera). E oltre ad avere la più alta produttività risulta essere, secondo un'analisi Istat, al primo posto nella classifica di competitività. Senza dimenticare lo sviluppo del network con gli attori del sistema, le partnership pubblico-privato - ad esempio per gli studi clinici - e le Pmi innovative, soprattutto nel farmaco biotech. Imprese che creano valore anche grazie a Risorse Umane altamente qualificate capaci di attrarre nuovi investimenti dall'estero, come si evince da un recente studio di Bain & Company e Farmindustria. Secondo l'indagine la crescita della produzione farmaceutica - pari al 3% all'anno negli ultimi 10 - è dovuta infatti per circa il 50% alla scelta delle aziende di spostare l'attività produttiva in Italia, per il 20% al lancio di nuovi prodotti e per il 30% alla produzione già esistente. Negli ultimi due anni - evidenzia Farmindustria - le imprese hanno potuto contare su un quadro stabile, senza ulteriori penalizzazioni rispetto a quelle già subite. È però possibile, anzi doveroso, fare un passo in avanti per rendere il sistema sempre più attrattivo. Così come, secondo le industrie del farmaco, sta facendo l'attuale Governo, che ha lanciato segnali concreti di voler considerare l'industria farmaceutica una leva di crescita e sviluppo e non un costo.