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Volkswagen, il trucco serviva per risparmiare 300 euro ad auto

Federica Villa
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Uno scandalo mondiale, un imbarazzo senza pari e una catena di rivelazioni che si stendono fino ad altre, famose, case automobilistiche. Il dieselgate della Volkswagen ha spiazzato la Germania e il mondo. Ma ora, secondo le più recenti rivelazioni, si è scoperto che tutto questo è successo per risparmiare. La casa di automobili faceva installare i dispositivi truccati sì, per passare i test ambientali negli Usa, ma anche, e soprattutto, per non spendere troppo. Quanto? Appena 300 euro per unità. Il trucco, fornito da un sistema Bosch, doveva far risparmiare poche centinaia di euro ai produttori. Poco importa se poi, le auto, venivano vendute per migliaia di euro ai clienti. La politica del risparmio - La scelta di risparmiare e di eludere i test, come racconta la rivista Bild, risale al 2007 quando Wolfgang Bernhard, allora a capo della Volkswagen, provò a trovare un sistema che stesse nei parametri delle emissioni stabiliti dal governo americano. Per i modelli diesel come Passat e Tuareg però, la soluzione sarebbe costata troppo: proprio 300 euro. E in un momento di crisi Usa del settore automobilistico, Volkswagen non poteva proprio permetterselo. Lo stesso Bernhard venne poi cacciato, ma i guai rimasero. Chi ha taciuto e chi no - E le persone che sapevano, e tacevano, sembrano essere più di quelle a cui si era pensato all'inizio della vicenda. Almeno 100 tecnici erano a conoscenza del defeat device, cioè del dispositivo truccato, che si azionava solo in caso di test ambientali. Anche se, secondo quanto riportano diverse riviste tedesche, alcuni ingegneri lanciarono molti allarmi, dal 2011, per segnalare i malfunzionamenti nel settore dei diesel. Allarmi ignorati, che hanno portato al disastro Volkswagen a cui assistiamo oggi. 

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