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Del tonno in scatola si butta via solo l'1%

Matteo Legnani
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Un tempo era il maiale, de quale non si buttava via nulla. Tutto finiva in pentola, o insaccato, e quindi in pancia. Poi, però, i consumi sono cambiati e oggi parti della bestia come le orecchie, la cotenna, i piedini, il naso sono consumate solo da intenditori e hanno un mercato di nicchia. Il cibo del quale invece non si butta via proprio niente è il tonno in scatole. Un'indagine condotta da Doxa per l'Associazione nazionale conservieri dice che del prodotto conservato nella classica lattina o nel vasetto in vetro si butta via in media solo l'1%. In pratica, quei pezzettini che restano sul fondo e che non si riescono a tirare su con la forchetta. Almeno una scatoletta di tonno è presente nel 93% delle case, il 34% dei consumatori utilizza o ricicla anche  l'olio d'oliva. E se oggi la metà degli italiani  (45%) lo acquista in primo luogo perché è gustoso - mentre fino a 10 anni fa era considerato un alimento di emergenza - al secondo posto troviamo il fatto che è un cibo antispreco e riciclabile.

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