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Contante abolito e tassa sui depositi: le mosse per costringerci a spendere

Eliana Giusto
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C' è una riflessione che gira nel mondo finanziario, ma che nessuno vuole urlare: i Quantitative Easing, ovvero le manovre con cui le banche centrali immettono migliaia di miliardi di dollari, non funzionano. Sì, il Pil americano è ormai stabilmente forte e anche i dati sulla disoccupazione - fissata al 5% - danno l' idea che il peggio sia passato. Due dati che dovrebbero spingere la Federal Reserve ad alzare dopo dieci anni il costo del denaro, attualmente vicino allo zero. In realtà la ripresa non ha ridato fiducia e non ha fatto ripartire i consumi, come si immaginava. E anche la voce "lavoro" lascia parecchi interrogativi: 1) quasi un americano su due è senza un posto fisso, il 5% di disoccupati si riferisce solo a coloro che nell' ultimo mese si sono iscritti alle liste di collocamento. 2) il tasso di partecipazione al lavoro infatti è lo stesso del 1979. 3) Gli stipendi reali dei lavoratori americani sono inchiodati, nonostante l' inflazione - ecco il vero indicatore della ripresa solo sulla carta - sia lontana da quel 2%, universalmente riconosciuto come un parametro di salute economico-finanziaria. Anche in Europa non va così bene, nonostante il Qe varato a marzo da Mario Draghi e la promessa di un raddoppio delle forze - più titoli comprati dalla Bce - non sembrano scaldare più di tanto l' economia reale. Nel Vecchio Continente, come dall' altra parte dell' Atlantico, aumentano i senza lavoro cronici e il fattore immigrati per ora non può essere considerato come una risorsa. Semmai, l' ingresso degli stranieri nel tessuto economico abbasserà ulteriormente gli stipendi reali. Il problema in generale è il solito: non girano i soldi. Non spingono gli investimenti e, di conseguenza, i posti di lavoro certi, indispensabili per garantire più consumi. Come direbbe Platone quello che succede nel mondo delle idee - mercati finanziari - non arriva al mondo delle cose, cioè la vita di tutti i giorni. Vogliamo dire che Fed, Bce, Bank of Japan e Bank of England hanno sbagliato tutto? La risposta non può essere sì o no. Per un motivo semplice: contro la ripresa solida e duratura stanno giocando un ruolo chiave due fattori: 1) Cina ed emergenti non sono più delle comparse, ma ormai attori protagonisti nel film mondiale. 2) La tecnologia sta riscrivendo il modo di lavorare, di produrre e di consumare, sta ridisegnando le nostre esigenze e in questo momento non conosciamo ancora la retta via. 3) Materie prime (petrolio ai minimi) e titoli pubblici quasi sotto zero spingono sì la ripresa, ma quasi per inerzia. I cambiamenti - novità di quest' epoca - sono velocissimi. Mentre le contromisure sono ancora lente. Abbiamo la testa nell' era tecnologica, mentre il corpo è in quella industriale. In tutto ciò aumentano quindi le sofferenze delle banche, non solo italiane. Ed ecco la soluzione ai problemi proposta dai guru di Wall Street: abolire i contanti. Il chief economist di Citigroup, Willem Buiter, è convinto che gli Stati Uniti debbano imporre tassi di interesse ancora più bassi per far arrivare i soldi all' economia reale. Per lui è necessario un tasso di interesse del -6% a una condizione che il governo abolisca i contanti, altrimenti il piano non può funzionare. Perché infatti se Fed e Bce decidessero questa estrema misura di cui si sta parlando, c' è il rischio di una fuga dei risparmiatori dalle banche, dove un conto di 100.000 dollari varrebbe 94.000. Già la svizzera Bas ha deciso di applicare tassi negativi dello 0,25% sui depositi fino a 100.000 franchi e dello 0,75% su cifre superiori. E se tutti gli altri istituti si adeguassero a questa moda? Per evitare quella che sarebbe l' apocalisse del sistema finanziario pure Andy Haldane, membro del Monetary Policy Committee (MPC), in pratica l' organismo britannico della Banca d' Inghilterra equivalente al Fomc americano, vanno messi «fuori legge i contanti». Solo Matteo Renzi sembra andare in controtendenza, deciso ad alzare a 3.000 euro il livello massimo per i pagamenti in contanti. Solo così potremmo difendere il nostro portafoglio, il nostro lavoro e i nostri risparmi da quello che sarebbe tecnicamente un furto legalizzato. di Giuliano Zulin

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