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Call center: vertenza Almaviva, lavoratrice 'situazione buia'

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Palermo, 25 gen. (AdnKronos) - Il settore dei call center in Sicilia dà lavoro a oltre 20mila persone, 10mila nella sola Palermo, e rappresenta l'unica grande 'industria' dell'Isola, ma rischia di sparire sotto i colpi di "delocalizzazioni selvagge, riduzione dei diritti, tagli al salario, concorrenza sleale, leggi non rispettate ed esuberi". Di questo si è parlato, nel pomeriggio alla Real Fonderia alla Cala di Palermo, all'incontro "Call center, quale futuro tra delocalizzazione e dumping sociale", organizzato da Sinistra ecologia e libertà Palermo. All'incontro hanno partecipato anche i lavoratori e le Rsu di Almaviva Contact, il più grande call center d'Italia, che tra Palermo e Catania dà lavoro a circa 6mila persone, ma che ha dichiarato per il 2016 oltre 3mila esuberi a livello nazionale. Di questi la gran parte si concentrano nelle sedi di Roma, con 500 esuberi, e Palermo, con 2.500 persone a rischio licenziamento. "A Palermo siamo in 4mila – spiega Loredana Ilardi, lavoratrice Almaviva e componente della segreteria provinciale di Sinistra ecologia e libertà Palermo – ma oltre la metà di noi potrebbe perdere il lavoro nei prossimi mesi. Dal 31 maggio in poi non avremo più nemmeno i contratti di solidarietà. La situazione è buia e dal governo nazionale non è mai arrivato nessun segnale, senza parlare del governo Crocetta, che dopo tre anni dall'inizio della vertenza ha deciso di convocarci solo in questi ultimi giorni".

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