Generali, welfare aziendale aumenta produzione e benessere
Roma, 10 apr. - (AdnKronos) - Il welfare aziendale migliora il benessere dei dipendenti e aumenta la produttività delle imprese. La fotografia è del Rapporto 2018 - Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia e presentato oggi che ha analizzato il livello di welfare di 4.014 piccole medie imprese italiane. Dipendenti più felici, dunque, di avere lo stipendio al 100% durante la maternità, o di poter effettuare check up sanitari gratuiti o di poter lavorare da casa o, ancora, di poter frequentare l'università in azienda per la propria formazione. Ma non solo. Dipendenti anche più produttivi, dice lo studio, che registra "una stretta correlazione tra il miglioramento del benessere, la soddisfazione dei lavoratori e la crescita della produzione aziendale". Un binomio, benessere e competitività, che rappresenta, dice lo studio, il principale obiettivo nelle scelte di welfare per il 42,1% delle imprese intervistate. Il 35,6% delle aziende intervistate, infatti, dichiara di aver aumentato la propria produttività come conseguenza di una maggiore soddisfazione dei lavoratori. Questo vale ancor di più per le aziende molto attive nel welfare: il 63,5% conferma di aver ottenuto un incremento produttivo. Ed il futuro parla di numeri ancora in crescita: nei prossimi 3-5 anni, stima il Rapporto, il 52,7% delle Pmi punta ad un'ulteriore crescita del welfare aziendale, soprattutto negli ambiti relativi a salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e mobilità sociale. Tre settori, questi ultimi, sui dodici che prevalentemente vengono monitorati che accendono l'interesse prevalente delle aziende. L'area "salute e assistenza", infatti, registra che il 42% delle imprese attua almeno una iniziativa. Era meno del 32,2% nel 2016. Numeri in ascesa anche per l'area "conciliazione vita e lavoro", smart working in testa, che raccoglie l'esigenza di un cambiamento organizzativo in corso nelle aziende con la rottura delle barriere tradizionali tra luoghi e tempi del lavoro e quelli della vita familiare. Le imprese che adottano misure di welfare di questo tipo sono raddoppiate negli ultimi due anni passando dal 16,1% al 34,3%. Ma anche la formazione dei propri dipendenti, soprattutto se giovani, e il sostegno alla mobilità sociale sono tra le opzioni più cliccate dalle aziende in tema di welfare: nel 2018 sono già il 38% le imprese con almeno un'iniziativa in questa area. Sono 12 comunque le aree di interesse monitorate dallo studio di Generali con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all'istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità. E le aziende crescono sensibilmente in almeno 4 di queste 12 aree: erano il 25,5% nel 2016, oggi sono il 41,2%. In particolare, sono raddoppiate le aziende molto attive (in almeno 6 aree) dal 7,2% del 2016 al 14,3% quest'anno, a dimostrazione di una maggiore consapevolezza del loro ruolo social. Ma per crescere, conclude il Rapporto, "sono necessarie più informazione e alleanze tra imprese". “Il welfare -dice Marco Sesana, Country Manager e Amministratore Delegato di Generali Italia- fa crescere le imprese e fa bene al Paese. Questo è quanto emerge dall'ascolto degli oltre 4 mila imprenditori italiani intervistati e dal crescente impegno delle Pmi nelle iniziative di welfare. Il benessere dei dipendenti e l'aumento della produttività sono i risultati che l'imprenditore oggi dichiara con il suo impegno nel welfare aziendale". "Noi -aggiunge- continueremo a sostenere, insieme alle confederazioni, la diffusione della cultura del welfare nelle piccole medie imprese con Welfare Index PMI, ma anche con le nostre competenze e la nostra innovazione in ambito assicurativo”.