Lavoro: in Lombardia tasso occupazione al 67,3% nel 2017, sopra livelli 2008 (2)
(AdnKronos) - In Lombardia è cresciuta l'occupazione più scolarizzata a scapito dei lavoratori con un basso titolo di studio. I lavoratori con la sola licenza media in Lombardia sono 231mila in meno rispetto a nove anni fa, mentre i lavoratori diplomati sono cresciuti di 76mila unità e i laureati di 281mila. Sul tema dell'occupazione dei giovani Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda alle Politiche del Lavoro, Sicurezza e Welfare, ha sottolineato che il tasso di disoccupazione giovanile è "finalmente sceso di 7 punti, ma non è bastato a colmare lo squilibrio generazionale, che continua a costituire una criticità. Oggi il tema della formazione è centrale, in particolare alla luce delle nuove competenze richieste dalla trasformazione digitale e da industria 4.0". Per Massimo Bonini, segretario generale di Cgil - Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, la ripresa del mercato del lavoro nella regione è "di basso profilo. Questo preoccupa da più punti di vista, innanzitutto per quanto riguarda gli infortuni, mortali e non, infatti, l'aumento degli occupati ha generato un plus di carichi di lavoro, sfiorando soltanto quel passo in avanti di tecnologie innovative che ci si aspetta da un territorio come il nostro". Anche per Antonio Albrizio, segretario della Uil Milano Lombardia, "siamo davvero molto lontani da dati strutturati che ci possano far parlare di un'effettiva ripresa del mercato del lavoro sul nostro territorio, considerando anche che alla fine del 2017 sono scaduti bonus e sgravi fiscali, i cui effetti si vedranno solo nel 2018". Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl Milano Metropoli, ha invitato le imprese "ad assumere i giovani con contratti veri e non con stage, per motivarne lo status sociale, dare supporto psicologico, riattivare la sicurezza dei mercati: vedremo poi insieme come non aggravare economicamente le aziende in difficoltà. Contrattiamo insieme il Paese che vogliamo". Nel rapporto emergono anche i cambiamenti al mondo del lavoro derivanti dalle nuove tecnologie. Secondo l'Osservatorio sullo smartworking del Politecnico di Milano, sono il 43% le aziende con almeno 250 dipendenti che offrono l'opportunità di lavorare da remoto, mentre nelle pmi la percentuale si dimezza. E sono circa 300mila i lavoratori coinvolti, pari all'8% della popolazione occupata. Una percentuale in crescita rispetto agli anni passati, ma ancora inferiore rispetto alla media degli altri paesi europei (18%) e meno di Francia (25%), Germania (13%) e Spagna (12%).