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Assicurazioni vita, potresti avere un tesoto e non te lo dicono: come ti fregano le compagnie

Gino Coala
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Soldi persi. Bruciati. In fumo. E non sono pochi: 200 miliardi di euro circa. Non si tratta di una truffa, né di un furto. Ma di semplice negligenza. Quando la polizza sulla vita scade, in base ad una data fissata nel contratto o per la morte dell' assicurato, le compagnie non si affannano troppo. Se il titolare, o un suo erede, si fa vivo, bene. In caso contrario, il tempo inizia a correre. Passati dieci anni (erano addirittura 2 fino al 2012), scatta la prescrizione. E i quattrini dovuti dalla società vengono versati in un fondo governativo (istituito nel 2005 e gestito dalla Consap) tornato recentemente sotto i riflettori perché M5S e Lega avrebbero voluto usarlo per indennizzare le vittime delle frodi finanziarie. Certo, direte voi, ma come è possibile dimenticarsi di una polizza? Se qualcuno la sottoscrive, lascerà una documentazione, informerà un parente, darà indicazioni alla compagnia sugli eredi. I NUMERI Forse. Ma le polizze vita spesso sono contratti a premio unico, che si siglano e si mettono in un cassetto, in attesa si verifichi l' evento che permette il riscatto. Non ci sono versamenti periodici, né circostanze che ti costringano ad entrare in contatto con la compagnia. Così, come qualsiasi documento lasciato in un angolo della casa, col passare degli anni scompare non solo l' oggetto, ma anche la sua memoria. Siete sicuri che i vostri cari non abbiano sottoscritto una polizza di cui non siete a conoscenza? La risposta è difficile. Ma i numeri raccolti dall' Ivass parlano chiaro. In vista della prima tagliola, che dovrebbe scattare nel 2020, l' autorità di vigilanza sulle assicurazioni ha chiesto ha tutte le compagnie di individuare le cosiddette polizze «dormienti», ovvero quelle che si avviano alla prescrizione senza che ci siano notizie del titolare. Ebbene, dai dati comuncati dalle 52 imprese italiane oggetto delle indagine è emerso che ci sono circa 4 milioni di polizze vita (temporanee caso morte) scadute negli ultimi 5 anni su cui le compagnie non sanno se l' assicurato è deceduto o no prima della scadenza delle polizze. Le somme assicurate ammontano a ben 190 miliardi Vi sono poi 117 mila polizza a vita intera con l' età dell' assicurato superiore a 90 anni, di cui 2.636 relative ad ultracentenari. Il malloppo complessivo, in questo caso, è di circa 12 miliardi. Ma non è tutto. L' Ivass, infatti, ha anche chiesto alle compagnie in che modo stanno affrontando il problema. Sempre che per le imprese sia considerato tale. Per avere un' idea, solo 3 delle 52 prese in esame hanno messo in atto procedure strutturate per l' accertamento del decesso degli assicurati e per la ricerca dei beneficiari. Le altre 49 si sono più o meno disinteressate della questione. Quattordici hanno dichiarato di non aver implementato processi o procedure per verificare, prima della ricezione della denuncia di sinistro se l' assicurato è ancora in vita. Per le altre 35 imprese, scrive l' Ivass, le procedure sono risultate «inadeguate». Su tutte, infine, solo 3 compagnie si avvalgono, in ultima istanza, della consultazione dell' anagrafe del comune di residenza per aggiornare l' indirizzo del contraente in caso di mancato recapito della corrispondenza. Di fronte alla scarsa solerzia delle imprese, l' Ivass ha deciso, nei mesi scorsi, di scendere in campo direttamente. Anche per dimostrare che, in effetti, non ci vuole molto per evitare che i soldi vadano persi. Con la collaborazione delle Entrate, l' autorità ha incorciato i codici fiscali degli assicurati con l' anagrafe tributaria. I CONTROLLI Un test svolto a settembre su un campione di 12 imprese e 101.242 polizze ha consentito di risvegliare più di 15.789 contratti dormienti di 11.289 assicurati. Un paio di mesi dopo, il 76% di queste polizze risvegliate risultava regolarmente pagato. Visti i risultati, l' Ivass ha allargato la procedura a tutte le 52 imprese italiane, comprendendo sia le polizze senza una scadenza contrattuale (vita intera) sia quelle chiuse tra il 2007 e il 2016 su cui le compagnie non hanno cognizione dell' esistenza in vita dell' assicurato. Utilizzando il database del fisco l' organismo di controllo guidato da Salvatore Rossi ha incrociato 6,9 milioni di codici fiscali (di cui 75mila risultati errati), scoprendo ben 153mila decessi ignorate dalle società assicurative. Le compagnie entro giugno dovranno comunicare all' Ivass l' esito delle liquidazioni. Bene. Poi? Per quanto andrà avanti l' interessamento diretto dell' authority? Considerando il pericolo, concreto, che i riflettori a un certo punto si spengano e le compagnie torneranno ad occuparsi di altro, meglio correre ai ripari. Tre le strade possibili. La prima è di rivolgersi al servizio coperture assicurative dell' Ania, che fornisce informazioni sull' esistenza di coperture assicurative di un parente deceduto. Il secondo è, ovviamente, quello di rivolgersi direttamente all' intermediario assicurativo. Nel caso le due possibilità non portino a risultati, non resta che rivolgersi al numero verde (800486661) per i consumatori della stessa Ivass. Viste le cifre in gioco, una telefonatina, tanto per essere sicuri, conviene farla. di Sandro Iacometti

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