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Elsa Fornero, la riforma delle pensioni colpisce ancora: professori e bidelli, 35mila assegni a rischio

Cristina Agostini
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La riforma Fornero si abbatte su altri 35mila dipendenti. Questa volta l'allarme riguarda il ministero dell'Istruzione (25mila insegnanti, 8mila funzionari tecnico-amministrativi e 300 presidi) per il caos all'Inps. Con l'assorbimento dell'Inpdap nell'istituto guidato da Tito Boeri, infatti, spetta proprio a quest'ultimo valutare la correttezza delle domande e calcolare gli assegni. Peccato, riporta il Giornale, che il vecchio ente previdenziale dei dipendenti pubblici non era informatizzato e ora ricostruire le carriere degli interessati - che sono spesso intervallate da supplenze - diventa un lavoro lungo e complicato. Tanto che l'assegno viene al momento erogato con metodi "spannometrici" ed è praticamente impossibile accedere a nuovi incarichi per chi ha presentato domanda di pensionamento. Insomma, si rischia un altro pasticciaccio "esodati". Leggi anche: "Governeremo 30 anni e in Ue..." Salvini, promessa terremoto: cambierà tutto (pure la Fornero) Tutta colpa delle legge Fornero. Anche perché oltre al danno c'è la beffa: insegnanti e bidelli rischiano di essere doppiamente fregati: la Fornero infatti nel 2011 li ha costretti a lavorare per altri 7 anni perché all'epoca i docenti si potevano pensionare con "quota 96" (con un minimo di 35 anni di contributi). L'ondata del 2018 è costituita soprattutto da nati nel 1951 che hanno raggiunto la soglia dei 66 anni e 7 mesi oppure i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne). Dal 2019 per lo scalino dell'età pensionabile sale a 67 anni e il rischio di allungare un altro po' la carriera è molto alto. 

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