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Benetton, ricordate Attilio Befera? Prima gli fece lo sconto sulle tasse, poi andò a lavorare per loro

Matteo Legnani
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Ricordate Attilio Befera? fu per un decennio e fino al 2014 il "capo" del Fisco. Anzi, il "re" del Fisco, visto che contemporaneamente era il numero uno di Agenzia delle Entrate (l'Ente vigilante) ed Equitalia (l'ente riscossore). Ne torna a parlare, dopo il crollo del Ponte Morandi, il Fatto Quotidiano in merito a una vicenda che nel 2012 riguardò i Benetton e i pedaggi autostradali riscossi da Autostrade per l'Italia. Una indagine della Guardia di Finanza scoprì che per un decennio quei pedaggi finivano in Lussenburgo attraverso una delle holding di famiglia, Sintonia. Le Fiamme gialle spulciando i conti dei Benetton avevano scoperto un caso di "estero vestizione", cioè che la holding lussemburghese della famiglia "era una società di comodo creata per minimizzare le tasse sugli utili prodotti in Italia attraverso i pedaggi autostradali". Per chiudere la partita, il gruppo Benetton patteggiò un pagamento con l'Agenzia delle Entrate pari a circa 12 milioni di euro. Il Fatto scrive che c' è da presumere come Befera abbia trattato direttamente lui tutta la partita considerato che di mezzo c' era una faccenda assai delicata, con cifre di rilievo e con implicato uno dei più influenti gruppi economici nazionali. Due anni più tardi lo stesso Befera si dimise dalle Agenzie fiscali. E per chi andò a lavorare? Per i Benetton, acquisendo un incarico di fiducia: coordinatore dell' Organismo di vigilanza di Atlantia, ufficio che "vigila sul funzionamento, l' efficacia e l' osservanza del modello di organizzazione, gestione e controllo in riferimento al modello 231", cioè il Codice etico. Per approfondire leggi anche: Pd "amico dei potenti".: "Com'è possibile che i Benetton...?". L'uomo che polverizza un partito

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