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Ignazio Visco avverte il governo: "Rischio traiettoria insostenibile rapporto debito/Pil"

Cristina Agostini
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Ignazio Visco avverte il governo: "Nelle attuali condizioni della finanza pubblica e con un basso grado di efficienza nell'amministrazione, il ricorso al disavanzo va utilizzato con cautela, assicurando un impiego delle risorse effettivamente rivolto al sostegno dell'attività economica, nel breve e nel più lungo termine". Il governatore di Bankitalia ha parlato a Varenna in occasione del 64° Convegno di studi amministrativi: "Accrescere la spesa per investimenti finanziandola in disavanzo senza incidere sul potenziale di crescita, fornirebbe benefici solo temporanei". Leggi anche: Pensioni, la svolta: così smettete di lavorare prima "E' possibile disegnare strategie accorte, in grado di garantire la stabilità delle finanze pubbliche conciliandola con prospettive di crescita migliori", continua Visco. "È quel sentiero stretto di cui si è parlato spesso in questi anni difficili. Si può percorrerlo lentamente, un passo alla volta, attuando una sequenza di interventi che producono benefici gradualmente e in misura contenuta fino a quando non sono realizzati tutti i cambiamenti necessari", ha sottolineato il governatore di Bankitalia. "Oppure si può provare ad allargarlo definendo una strategia organica, che punti a una ricomposizione del bilancio pubblico verso gli impieghi più produttivi", ha concluso, citando come esempi "accrescere l'efficienza dell'amministrazione, soprattutto nei programmi di spesa destinati all'accumulazione di capitale pubblico, materiale e immateriale" e "sostenere l'attività d'impresa e l'innovazione". "Lo scorso anno, in questa sede, avevo sottolineato come con un tasso di crescita medio annuo intorno all'1%, l'inflazione al 2% (coerente con l'obiettivo della Bce) e con l'onere medio del debito in risalita verso i valori osservati prima della crisi, raggiungere gradualmente e mantenere un avanzo primario intorno al 4% del Pil avrebbe consentito di ridurre il rapporto tra debito e prodotto al 100% nel giro di dieci anni", ha ricordato Visco. "Oggi in quello stesso scenario, a causa del solo aumento del premio al rischio sui titoli di Stato, la riduzione del rapporto sarebbe più lenta, lasciando l'avanzo primario sui livelli attuali il rapporto tra debito e prodotto scenderebbe lentamente per qualche anno per stabilizzarsi infine intorno al 120 per cento, un valore ancora elevato che continuerebbe a limitare la capacità del bilancio pubblico di agire da stabilizzatore nelle fasi recessive e lascerebbe il Paese esposto alle turbolenze dei mercati finanziari".

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