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Def, la brutta voce tra gli operatori della finanza sull'Italia: "Lunedì si comincia a traballare"

Giulio Bucchi
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"Riposati al weekend, perché da lunedì si ricomincia a traballare". È il consiglio di un anonimo investitore di Londra al cronista della Stampa: dopo la manovra in deficit al 2,4% annunciata nel Def dal governo di M5s e Lega, la City londinese, cuore pulsante della Finanza europea e internazionale, si prepara alla burrasca. Da qui a metà ottobre, quando la manovra sarà messa nera su bianco e posta al vaglio dell'Ue, i mercati saranno "in ipertensione". Nella prima giornata post-Def sono stati bruciati 22 miliardi di euro ma lo spread tutto sommato è rimasto entro i limiti di guardia. Leggi anche: "Adesso sarà guerra". Paolo Savona, la frase rubata: un terremoto Tra gli addetti ai lavori "c'è preoccupazione ma non panico", ma l'aria può cambiare molto velocemente. Basta qualche avvisaglia, come il messaggio lanciato dal Commissario Ue agli Affari monetari Pierre Moscovici, una censura bella e buona alla manovra italiana. Proprio la debolezza storica dell'Unione, con i vertici preoccupati per le elezioni europee del maggio 2019 e desiderosi di non apparire come nemici irriducibili dei sovranisti, potrebbe rappresentare l'asso nella manica di Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E i mercati si aspettano "un inciucio", perché in fondo "l'Italia non è la Grecia" e spingerla nel burrone non converrebbe a nessuno. Ma basterebbe una frase sbagliata, un gesto giudicato "di guerra" o una congiuntura economico-politica infausta a far crollare la casa di carta europea. 

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