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Lavoro: Unive, boom di lavoratori 'spediti' all'estero dalle imprese (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - Anche in Italia sono stati registrati numerosi casi che confermano il ricorso al distacco come forma di dumping sociale. Ad esempio, a Milano il sindacato Filca-CISL di Milano ha riportato il caso di un'impresa romena, impiegata nell'ambito della catena di subappalti per una importante ristrutturazione che ha impiegato 25 lavoratori romeni per uno stipendio lordo tra 110 e 176 euro a settimana (ovvero 2,75 - 4,4 euro all'ora), ma presentando una busta paga di 2.100 euro al mese. Nel caso della ricostruzione post terremoto de L'Aquila, la Fillea-Cgil ha trovato aziende che sotto la copertura dell'istituto del distacco transnazionale stavano praticando vere e proprie forme di caporalato. Nel settore dei trasporti su strada è stato rilevato il ricorso alle cosidette letter box companies, ossia finte succursali aperte di solito nei paesi dell'est Europa per sfruttare il differenziale dei livelli contributivi per abbassare il costo del lavoro. Uno dei casi più rilevanti ha riguardato una multinazionale italiana che, dopo essersi aggiudicata un importante appalto in Sardegna, ha reclutato forza lavoro straniera e italiana tramite la propria succursale in Polonia. Ai lavoratori italiani è stato proposto un contratto stipulato in Polonia in cui si poteva leggere “‘Per le questioni non regolate dal seguente contratto vengono applicate le provvigioni del Codice di lavoro polacco'. E ‘tutte le divergenze andranno risolte davanti al Tribunale del lavoro in Polonia'.

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