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Pensioni, la quota 100 è un salasso per lo Stato: "Chi anticipa l'uscita ci costa fino a 99 mila euro"

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Caterina Spinelli
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L'introduzione della "quota 100" potrà anche piacere a chi anticipa l'uscita dal lavoro, ma nasconde un grosso salasso per le casse dell'Inps. L'allarme sui conti pubblici arriva dall'ex consigliere economico di Palazzo Chigi, Stefano Patriarca, che sul Sole 24 ore spiega: "La manovra consente il pensionamento da 62 anni con 38 di contribuzione, e cioè a un'età e con un livello di versamenti che rende la pensione superiore a quanto motivato dai contributi" Il privilegio concesso con la riforma della legge Fornero per chi anticipa l'uscita dal lavoro costa allo Stato fino a 99 mila euro. Infatti, per chi si trova nel sistema misto (con 18 anni di contributi versati prima della riforma del 1995) e che l'anno prossimo maturerà 62 anni di età e 38 anni di versamenti, l'uscita scatterebbe con due anni in meno rispetto all'età di equilibrio contributivo (64 anni, da confrontare con i 67 anni e tre mesi della vecchiaia e soli 20 anni di contributi). Chi invece è ancora agganciato al sistema di calcolo retributivo (più di 18 anni di versamenti al dicembre '95) e ha cumulato 41 o 42 anni di contribuzione può beneficiare di un vantaggio che oscilla dai tre anni e cinque mesi ai quattro anni e quattro mesi rispetto alla vecchiaia a 64 anni e tre mesi e 63 e tre mesi.  Leggi anche: Quota 100, ecco chi ci guadagna "Eppure - prosegue Patriarca - con anzianità contributive superiori ai 41 anni, per produrre pensioni correlate al livello di contributi pagati, occorrerebbero età di pensionamento maggiori a 65-66 anni e non certo di 62, o addirittura più basse, come si realizzerebbe portando il limite per l'uscita a prescindere dall'età a 41 anni di contributi". La misura non è però priva di penalizzazioni, perché l'assegno subirà delle riduzioni per chi decide di andare in pensione prima del previsto: fino a 500 euro in meno al mese nel caso di un pensionando della Pubblica Amministrazione, che esce con uno stipendio annuo di 40mila euro: con cinque anni di minori versamenti anziché prendere una pensione di 36.500 euro annui - spiega l'Inps - si fermerebbe a circa 30mila. "Con queste nuove misure non solo determinano uno squilibrio finanziario statico che si colma con più debito pubblico, ma si determinano le condizioni per un aumento dello squilibrio dinamico e un aggravamento del problema delle pensioni non giustificate dai contributi pagati che non è certo o solo di quelle d'oro" conclude l'ex consigliere economico.

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