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Spread? No, la vera minaccia per il governo arriva da agenzie di rating e Pil

Gino Coala
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La tempesta perfetta sull'economia italiana prevista da Giancarlo Giorgetti in piena estate è quasi del tutto passata. Ora che lo spread si sta stabilizzando, per il momento su quota 289 punti, e con la legge di Stabilità in fase di perfezionamento, gli investitori hanno tutte le informazioni attese per mesi. Le minacce vere per il governo italiano arriveranno nei primi mesi del prossimo anno e non sono rappresentate dalle bacchettate di Bruxelles sui conti. Leggi anche: "Cosa devi fare invece di buttare i soldi nel c***o", Feltri, brutale consiglio salva-Italia a Salvini Per quanto il differenziale tra i titoli di stato decennali italiani e tedeschi possa salire a 300, per quanto la Commissione europea possa insistere perché la legge di Stabilità rientri nei parametri pretesi dall'Europa, il vero problema che il ministro dell'Economia Giovanni Tria si ritroverà ad affrontare è la combinazione tra Pil e giudizi delle agenzie di rating che daranno nuovi giudizi tra marzo e aprile 2019, cioè Ficht e S&P. Il vero guaio è in particolare sulle previsioni di crescita, stimate dal governo su almeno l'1,5% del Pil, dalla Commissione europea molto meno, tanto che nei corridoi di Bruxelles sono già sicuri che scatteranno le procedure per le sanzioni. A quel punto le agenzie di rating potrebbero declassare ulteriormente la solvibilità dell'Italia portandola a quota "spazzatura". L'ultima possibilità per il governo resta l'attuale tregua dei mercati, che potrebbe durare per tutto l'inverno e dare il tempo utile per raggiungere, o almeno avvicinarsi agli obiettivi fissati. Anche per ritrovarsi in una situazione meno imbarazzante dopo aver vinto le elezioni.

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