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Bce, il retroscena: pronti a sostenere le banche italiane finito il piano di Mario Draghi

Cristina Agostini
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Il piano sul quantative easing scade il 31 dicembre. Cosa succederà dopo? La domanda non sembra turbare il governo eppure nel 2019, sottolinea La Stampa, il lento arretramento dalla politica dei tassi zero non potrà che aggravare lo scarto dei rendimenti italiani con quelli degli altri Paesi dell'Ue. Secondo alcune indiscrezioni dalla Bce se ne è parlato molto. Tornare indietro sul "quantitative easing" è escluso ma una alternativa potrebbe essere quella di cercare di allungare il più possibile il momento dell'uscita dalla politica ultraespansiva. Mario Draghi sta studiando come contribuire a tenere bassi i rendimenti, per esempio sostituendo titoli a breve scadenza con quelli a lunga. Leggi anche: "Perché l'Italia rischia il crac". Ricolfi, la terrificante profezia Ma c'è di più. Nei prossimi due anni vanno in scadenza più di 700 miliardi di euro di prestiti a lungo termine della Bce agli istituti di tutta Europa. E le banche italiane hanno sottoscritto circa un terzo di tutti quei prestiti. E per noi sarà un grave problema perché i rialzi dello spread hanno già eroso i requisiti di capitale, e senza un aiuto di Francoforte c' è il rischio concreto di una stretta al credito che deprimerebbe l economia più di quanto non sia già avvenuto  

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