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Pensioni, quota 100: i veri calcoli, ecco a quanto ammonta il tuo assegno

Davide Locano
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Non solo non ci perdi, ma ci guadagni pure. Avete presente gli allarmi lanciati a giorni alterni da tecnici ed esperti sulle decurtazioni legate a quota 100? C'è chi, come il presidente dell' Inps, Tito Boeri, sostiene che l' anticipo della pensione a 62 anni (con 38 di contributi) porterà ad un taglio dell' assegno fino al 21%. Alcuni centri studi calcolano che la sforbiciata arriverà fino al 25%. Mentre l' Ufficio parlamentare di bilancio, solo qualche giorno fa, ha spiegato che i pensionati potrebbero addirittura ritrovarsi in tasca anche il 34% di quattrini in meno. Leggi anche: Pensioni, l'agguato di Tria: chi ora rischia grosso Fandonie o avvertimenti? Matteo Salvini, ovviamente, propende per la prima ipotesi. «Ho letto cosa assurde sui giornali», ha spiegato ieri il leader del Carroccio, «non ci sarà alcun taglio per chi vorrà andare in pensione prima. La cosa è semplice: non si toglierà nulla di ciò che è stato versato, ma non si aggiungerà nulla di quello che non è stato versato se una persona vorrà andare in pensione ad esempio quattro anni prima». Il concetto è chiaro: non c' è alcuna penalizzazione, tranne quella implicita nel calcolo previdenziale, che prevede per tutti, anche per chi decide di andare in pensione anticipata con le attuati regole della Fornero invece di aspettare i requisiti per la vecchiaia, dei coefficienti di trasformazione basati sull' età e sul montante dei versamenti effettuati durante la carriera lavorativa. Prima si va in pensione, meno si prende ogni mese, a prescindere da quota 100. CONTEGGIO Ma la realtà è ancora meglio di come la immagina Salvini. Lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio, dopo aver lanciato l' allarme sul 34% di taglio, ha spiegato, correttamente, che il ragionamento non è completo. Il conteggio non può limitarsi alla prestazione mensile, ma deve comprendere l' insieme dei soldi ricevuti dall' ente previdenziale nell' arco della propria vita, prendendo a riferimento l' aspettativa media individuata periodicamente dall' Istat. In questo modo, mettendo sulla bilancia anche gli anni di anticipo, le differenze tra i quattrini intascati dall' Inps con la Fornero e quelli con l' anticipo previsto da quota 100 si assottigliano incredibilmente, aggirandosi su percentuali irrisorie per chi decide di lasciare il lavoro con uno o due anni di anticipo. E arrivando al massimo all' 8% per chi va in quiescienza con quattro anni di anticipo. Ma non è finita. Nel dare e avere tra cassa previdenziale e pensionato c' è ancora un tassello mancante, che è quello dei contributi versati durante gli anni di scarto tra quota 100 e Fornero. Ad analizzare il peso di questa componente nel conto finale è un recentissimo rapporto del Centro studi Itinerari previdenziali, firmato dal superesperto Alberto Brambilla e da Alberto Cauzzi e Silvin Pashaj fondatori di Epheso, società che sviluppa sistemi di simulazione previdenziale. Ebbene, numeri alla mano, lo studio dimostra che con quota 100 il pensionato ci guadagna sempre, sia, come è evidente, nel caso di un trattamento prevalentemente calcolato con il retributivo (applicato per chi ha più di 18 anni di contributi al dicembre 1995) sia nel caso di un assegno calcolato con il sistema contributivo. DIFFERENZE Nel primo esempio, quello di un dipendente nato nel 1957, che ha inizato a lavorare nel 1977 e che decide di andare in pensione a 62 anni e 1 mese con quota 100 (retribuzione imponibile di 30mila euro), queste sono le cifre: la pensione lorda sarà di 20.993 euro, quella netta di 16.616. Se avesse aspettato la vecchiaia prevista dalla Fornero, 67 anni e 10 mesi, avrebbe incassato 26.636 euro lordi e 20.397 netti. Si tratta del 22,7% in più. Ma se consideriamo la somma complessiva delle rate di pensione incassate nell' arco della vita, la percentuale si ribalta a favore di quota 100, con un vantaggio del 6,4%. E lo scarto diventa ancora più marcato se infiliamo nel conto anche 40mila euro di contributi versati all' ente previdenziale nel corso dei 5 anni. In questo caso l' anticipo pensionistico produce un guadagno del 18,9%. La sostanza cambia poco muovendosi nel campo del contributivo. Il lavoratore è lo stesso, ma la data di inizio dell' attività lavorativa è spostata al 1981. La differenza dell' assegno mensile, a vantaggio della Fornero, è del 27,2%. Calcolando tutte le rate lo scarto si assottiglia, ma non si annulla. Resta una quota del 2,5%. Mettendo sul piatto anche i contributi non versati, però, l' ago torna nettamente a favore di quota 100, con un vantaggio del 15,6%. Questo, ammette Brambilla, comporta un conto «non modesto» per il sistema previdenziale. E qui la guerra di cifre, se possibile, è ancora più intensa. Boeri ieri ha ribadito che il costo di quota 100 nel secondo anno sarà molto più alto dei 7 miliardi stanziati. Lapidaria la risposta di Salvini: «Si candidi nel Pd». di Sandro Iacometti

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