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Pensioni, il clamoroso errore: tre milioni di lavoratori rischiano di avere l'assegno decurtato

Matteo Legnani
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Tre milioni di lavoratori pubblici avrebbero dei "buchi" nei loro estratti-conto previdenziali all'Inps e correrebbero il rischio di dover andare in pensione dopo la data in cui avrebbero diritto di farlo o di vedersi decurato l'assegno. La situazione è, come riporta il quotidiano Il Tempo, la conseguenza del "passaggio" delle competenze per i contributi previdenziali degli statali dall'Inpdap all'Inps, durante il quale sono avvenuti errori nella trascrizione dei dati relativi ai versamenti effettuati, per cui dalla visione dell'estratto conto risultano periodi mancanti di contribuzione. Dal 1 gennaio 2019 i contributi non versati sono considerati, per l' Inps, prescritti ma il lavoratore li può richiedere alla amministrazione di provenienza chiedendo la "costituzione di una rendita vitalizia" ovvero la corresponsione della pensione per la parte mancante dei contributi per i periodi lavorati ma non pervenuti all' Inps. Chi non richiede la correzione perde definitivamente i contributi non risultanti e rischia di andare in pensione con anni di ritardo e con un assegno più basso. Leggi anche: Pensioni, non tagliano gli assegni d'oro ma fregano i lavoratori italiani: cosa vogliono eliminare

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