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Pensioni, arriva la flat tax al 7% per rimpatriare i nonni scappati dal fisco

Cristina Agostini
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In attesa di riportare a casa il lavoro che si trova all'estero l'Italia prova, almeno, a far rimpatriare quanti hanno già smesso di lavorare. La proposta è contenuta in un emendamento della Lega depositato presso la Commissione Bilancio del Senato. Primo firmatario Alberto Bagnai, presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama. Una sponsorizzazione molto autorevole che dimostra l'interesse del partito di Matteo Salvini per l'iniziativa. Leggi anche: "Chi fregano sulle pensioni". Carfagna furiosa in diretta: l'attacco a Salvini L'emendamento prevede un imposta sostitutiva del 7% della durata di cinque anni. E' rivolta a quanti decidono di trasferirisi nei comuni con popolazione non superiore ai ventimila abitanti in Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia. Le maggiori entrate sono destinate all'istituzione di poli universitari tecnico scientifici nel Mezzogiorno. L' obiettivo è chiaramente quello di fare concorrenza al Portogallo la cui ripresa economica dopo la crisi del 2011 è legata, in buona parte, proprio alla presenza di pensionati di tutta Europa (italiani compresi) attratti da una tassazione particolarmente favorevole (zero imposte per dieci anni). La proposta della Lega ha un orizzonte più limitato ed è finalizzata soprattutto al rientro dei pensionati italiani che da almeno cinque anni abitano all'estero. Difficile, infatti, che uno straniero scelga di pagare il 7% per cinque anni in Italia essendo totalmente esente in Portogallo per dieci. Inoltre c'è la limitazione geografica vista la domiciliazione obbligatoria nel Meridione. Un' ultima considerazione che tiene conto delle dimensioni: per Lisbona i pensionati sono stati uno strumento decisivo per la ripresa. Nell' economia italiana peserebbero come un soffio.

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