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Banca Carige salvata per decreto dal governo: garanzia pubblica, paghiamo noi

Davide Locano
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Alla fine paghiamo noi. Il governo gialloverde interviene a sostegno di Banca Carige, l'istituto ormai arrivato a un passo dal baratro, ovvero il fallimento. Il Consiglio dei ministri termina con una riunione lampo, chiusa dopo una lunga riunione ristretta con il premier Conte. L'esecutivo ha varato un decreto legge che prevede, da una parte, la garanzia dello Stato sulle future emissioni obbligazionarie e sui finanziamenti che Banca d'Italia potrebbe erogare all'istituto, dall'altra una eventuale ricapitalizzazione pubblica in vista anche del prossimo esito dello Srep da parte della Bce. La prima misura ricalca quella che fu presa a favore della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e assicura in prospettiva l'attività di funding della banca genovese mentre la seconda, che non è detto si concretizzi, ricorda da vicino il salvataggio di Mps, realizzato dall'esecutivo guidato da Matteo Renzi, attraverso il quale il Tesoro è diventato il maggior azionista dell'istituto senese. Leggi anche: Banca Carige, il governo si aggrappa ai soldi pubblici Il decreto punta a "offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all'Amministrazione Straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell'impresa bancaria", ha spiegato Giuseppe Conte ponendo un accento sui risparmiatori, cercando così di affrancarsi dagli analoghi interventi del passato. "Abbiamo approvato il decreto che tutela i risparmi dei cittadini che hanno scelto la banca Carige - ha rilanciato da par suo il vicepremier Luigi Di Maio -. Le banche italiane pagano il prezzo di un sistema di vigilanza della Bce che va dotato di strumenti rafforzati di controllo e di intervento. Saremo sempre dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti, sempre".

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