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Olanda, il paradiso fiscale che rovina l'Italia: porcata di Bruxelles, tacciono perché ci vogliono morti

Davide Locano
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Nel bel mezzo dell'Europa, o meglio dell'Unione Europea, c'è un paradiso fiscale: l'Olanda. Un caso spinoso, analizzato nel dettaglio dal Corriere della Sera, che sottolinea come il Paese abbia un attivo di bilancio e un debito sceso sotto alle soglie prevista da Maastricht. Ma quando si misura il contributo dei Paesi Bassi al sistema-euro sorgono le incertezze. Già, le politiche dell'Aia non hanno fatto altro che "sottrarre surrettiziamente negli anni centinaia di miliardi di base fiscale agli altri Paesi", recita il quotidiano di via Solferino (dunque, non un 'pericoloso sovranista'). L'Olanda, infatti, offre ai più grandi gruppi al mondo agevolazioni fiscali che rendono i loro oneri risibili. Non è un caso che l'investimento diretto di aziende Usa nei Paesi Bassi sarebbe in teoria di 51 volte superiore a quello in Germania, di 77 volte rispetto alla Francia e di 155 rispetto all'Italia (tre economie, quelle citate, assai maggiori rispetto a quelle dell'Aia). Ciò ovviamente è dovuto agli "effetti ottici prodotti da sedi olandesi di aziende multinazionali simili soprattutto a cassette delle lettere". Leggi anche: Paolo Becchi: "Ecco chi si è arricchito con l'euro" I gruppi che investono in Olanda, infatti, avrebbero in teoria oltre 200mila euro di utile per ogni dipendente: decine di volte di più rispetto a Berlino o Roma. Ed è qui che si svela il paradiso fiscale. Un regime agevolato che va a danneggiare il resto d'Europa, come rimarca uno studio dell'università di Berkeley: ogni anno, l'Olanda, "risucchia" artificialmente oltre 50 miliardi di base fiscale altrui. Come conseguenza, ciò determina un surplus esterno enorme, molto oltre le regole Ue, che però la Commissione Ue non ha mai osato definire eccessivo. Uno scandalo, insomma. Reso ancor peggiore dal fatto che c'è chi, come Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze olandese, si preoccupa delle finanze dell'Italia. Il ministro dei Paesi Bassi ha più volte chiesto all'Eurogruppo informazioni sul bilancio di Roma, definendo "poco convincente" l'accordo raggiunto dal governo con la Commissione Ue nei giorni della manovra. E ancora, l'Olanda vorrebbe che i Paesi dell'area euro in difficoltà economiche si lasciassero guidare da Bruxells in una "ristrutturazione automatica" del debito. Ovvero al default. "È imperativo che i bilanci pubblici siano in pareggio", tuona Hoekstra, ministro delle Finanze di un paradiso fiscale che drena all'Italia e agli altri Paesi finanze che potrebbero sanare i bilanci.

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