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Decio (Sace Simest): ''Ief iniziativa ad alto valore strategico''

AdnKronos
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Roma, 9 mag. (Adnkronos/Labitalia) - "Siamo molto felici di essere partner tecnici di questo primo Italian Export Forum, una nuova iniziativa ad alto valore strategico che sono certo offrirà un'importante occasione di confronto per dare voce e sostegno al mondo dell'export, motore fondamentale dell'economia del nostro Paese, che da solo contribuisce a quasi un terzo del Pil". A dirlo oggi Alessandro Decio, amministratore delegato e direttore generale di Sace, in occasione della presentazione dell'Italian Export Forum, che si terrà il 14 e 15 giugno a Piano di Sorrento (Napoli) con Sace Simest (Gruppo Cdp) in qualità di main partner tecnico. "Come Sace Simest - ha sottolineato - siamo in prima linea in questa direzione, con oltre 28 miliardi di euro mobilitati a sostegno delle imprese italiane sui mercati esteri nell'ultimo anno, in crescita a due cifre per il terzo anno consecutivo. Siamo pronti a fare ancora di più e siamo certi che iniziative come questa dell'Italian Export Forum e lo stimolo continuo delle tante eccellenti imprese italiane ci aiuterà a fare sempre di meglio". "L'export italiano sta andando bene. I numeri del 2018 e del primo trimestre 2019 sono positivi - ha affermato l'amministratore delegato - specie in un contesto internazionale che attualmente non è semplicissimo". "I numeri del primo trimestre 2019 - spiega - parlano di una crescita del 3,2%, con un'indicazione molto positiva, legata al fatto che la maggior parte della crescita viene dai Paesi extra europei. Questa è una cosa importante perché una delle nostre debolezze, o meglio potenzialità, è il fatto che buona parte del nostro export era concentrato sull'Unione europea e non eravamo, invece, sufficientemente presenti su altre geografie che hanno tassi di crescita più importanti". "Se siamo più presenti fuori dall'Europa - sottolinea - vuole anche dire che i nostri prodotti riescono ad avere un riposizionamento più alto dal punto di vista della catena del valore, cioè non dobbiamo solo essere fornitori degli aggregatori tedeschi, ma andiamo direttamente su consumatori ed aziende finali. Questo significa più possibilità di crescita, ma potenzialmente anche maggiore. E' quindi un quadro complessivamente positivo che dimostra la resilienza dell'export italiano: esportiamo cose importanti, prodotti fatti bene a un prezzo giusto, con un alto contenuto tecnologico che non sono, quindi, immediatamente sostituibili". "La speranza di tutti noi è che questo tasso di crescita dell'export non sia nell'ordine del 3,5%, ma possa tornare ad essere il 4-5-6%, così come è stato nel 2017. Abbiamo comunque il potenziale per recuperare queste quote di mercato, le nostre aziende hanno il potenziale per esportare di più". "Il nostro ruolo - avverte - è quello di ascoltare e di capire come possiamo mettere in campo nuovi prodotti e nuovi approcci che ci permettono di supportarle al meglio. Lo facciamo ovviamente con la consapevolezza che Sace Simest in questi anni ha realizzato risultati importanti e che dietro il successo recente dell'export italiano che principalmente è il risultato delle nostre aziende straordinarie c'è anche un po' del nostro sforzo per restargli accanto e per supportarle in questo esercizio importantissimo". "Usciremo tra qualche settimana con il nostro rapporto in cui faremo vedere quelle che sono le aspettative di export nei prossimi anni. Tendenzialmente, anche sulla scorta di quello che abbiamo visto succedere l'anno scorso, in questo primo anno siamo sostanzialmente positivi". "E' chiaro che - ribadisce - situazioni che generano incertezze come possono essere quelle di sospette guerre commerciali rallentano a volte le decisioni di investimento, la costituzione delle scorte, portando a un rallentamento globale che può avere un impatto anche sull'export italiano". "Ma crediamo - sottolinea Alessandro Decio - che siano più che altro momenti di negoziazione che possono portare, invece, ad una 'tranquillizzazione' dei mercato fra qualche settimana e abbiamo oggettivamente visto che l'export italiano ha una propria resilienza".

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