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La Francia si compra pure il Parmigiano reggiano. Italia in vendita: così cambia la nostra tavola

Cristina Agostini
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Il colosso francese Lactalis ha messo gli occhi sul Parmigiano Reggiano. Dopo essersi divorato nel corso degli ultimi quindici anni Invernizzi (nel 2003), Cademartori (2005), Galbani (2006), Locatelli (2008), Parmalat (2011), il gruppo di proprietà della famiglia Besnier è pronto a rilevare la Nuova Castelli, fra i maggiori produttori italiani di formaggi e numero uno per export di Parmigiano Reggiano. A vendere sarebbe il fondo di private equity inglese Charterhouse, cui fa capo l' 80% del pacchetto azionario acquisito dal fondatore della società reggiana Dante Bigi. Una storia come tante altre. Allettata da un' offerta più che vantaggiosa, nella fattispecie 350 milioni di euro, a fronte di un fatturato di 290 milioni e un debito finanziario netto di 110 milioni - la famiglia imprenditoriale italiana vende al fondo. Poi, dopo qualche anno il fondo cede a un concorrente, quasi sempre straniero, realizzando una lauta plusvalenza. In questo caso la Lactalis è ben più di un concorrente, visto che detiene già un terzo dell' intera produzione lattiero casearia italiana. Il prezzo del latte al di fuori delle grandi Dop, vale a dire Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, è quello accordato agli allevatori dagli intermediari del gruppo francese. Che ama, fra l' altro, star lontano dai riflettori. Né la capogruppo né le società operative sono quotate in Borsa. L' ultima ad essere delistata è stata la Parmalat, questa primavera. Leggi anche: Bomba di Sangiuliano in diretta. Il Tg2 svela l'ultima porcata di Macron: cosa ruba all'Italia Nuova Castelli è un boccone particolarmente appetitoso. Oltre ad essere fra i maggiori produttori di Parmigiano Reggiano Dop - e il primo esportatore con 90 milioni di fatturato - nei dodici stabilimenti di proprietà produce altre Dop di punta del made in Italy: Grana Padano, Gorgonzola, Taleggio, Pecorino Toscano e Mozzarella di bufala campana. Una vera corazzata del lattiero caseario tricolore, dalle potenzialità enormi. Sia in Italia sia sui mercati internazionali. Come riferisce il Sole 24 Ore, in corsa per l'acquisizione ci sarebbe anche Granarolo e un ulteriore fondo d'investimento. La prevedibile asta per aggiudicarsi la Nuova Castelli, però, vede favoriti i francesi che hanno l' interesse precipuo di aumentare l' offerta di prodotti 100% Italia, stante la prevalenza nel loro bouquet di formaggi da latte importato. Fra l'altro il boccone risulta ora particolarmente impegnativo finanziariamente. Oltre allo sviluppo prodotti, negli ultimi anni la società reggiana ha acquisito Alival in Italia e North Coast in Polonia. Acquisirne il controllo significa sborsare attorno al mezzo miliardo di euro. Naturalmente non mancano le proteste per l' operazione destinata a portare sotto il controllo francese un altro pezzo importante del made in Italy a tavola. «Di questo passo si rischia la dipendenza alimentare», afferma l' assessore lombardo all' Agricoltura Fabio Rolfi, «consegnando ai capitali stranieri il valore derivante dalla trasformazione della materia prima con evidenti ripercussioni sul prezzo del latte». di Attilio Barbieri

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