Energia, online nuovo numero newsletter Gme
Roma, 12 lug. - (AdnKronos) - È online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (Gme). La newsletter si apre con un intervento di Claudia Checchi del Ref-E e Matteo Reguzzoni di MBS, sul nuovo modello di business delle colonnine di ricarica nell'ambito della mobilità elettrica. “L'Unione Europea, con la Direttiva 2014/94/Ue, ha stabilito obiettivi ambiziosi che hanno incentivato le aziende del settore a investire per rendere il loro utilizzo un'alternativa sempre più praticabile, obiettivo per cui gioca un ruolo fondamentale lo sviluppo dell'infrastruttura di ricarica”, osservano gli analisti, evidenziando che con 2,1 milioni di macchine vendute (pari al 3% delle vendite globali), “il 2018 ha fatto registrare, a livello globale, un incremento del 50% rispetto al 2017". "Il settore – hanno aggiunto gli esperti – è trainato dall'esponenziale crescita del mercato cinese, che copre più del 50% del totale (1,2 milioni di auto elettriche) e punta a una copertura del 10% del mercato interno nel 2019. In Cina, il numero di veicoli per abitante non è elevato come quello Norvegese (dove una macchina su due è elettrica), ma il mercato mostra i maggiori tassi di crescita”. (segue) Di tutt'altro tenore la situazione in Italia dove lo scorso anno “sono stati venduti 5.010 auto full electric (con un aumento del 50% sul 2017), e 4.569 ibridi (più che raddoppiati rispetto al 2017). Il mercato italiano, in termini assoluti è però estremamente limitato se paragonato ad altre realtà europee; nonostante la recente crescita, la vendita di auto elettriche ha una quota marginale di 0,5% sul totale delle vendite e un parco circolante al 2018 di 22.000 unità, che genera una domanda elettrica ancora marginale (pari allo 0,01% del totale)”, ha riportato il Ref-E. Naturalmente in tale contesto, sarà cruciale, per la crescita della mobilità elettrica, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica: “Le colonnine pubbliche sono gestite direttamente dai fornitori di energia, si trovano nei parcheggi o nelle strade pubbliche, e prevedono il libero accesso di tutti i potenziali clienti. Esse si differenziano in base alla potenza di ricarica fornita al cliente che varia dai 3 kw, in prevalenza nelle aree urbane per una ricarica lenta, fino ai 50 kw delle stazioni ultra-veloci e persino 120 kw delle stazioni supercharger disponibili solo per veicoli Tesla. La differenza di potenza si riflette poi nelle tempistiche di ricarica”. Il consumatore può quindi scegliere di effettuare la ricarica “sfruttando il contratto utilizzato per l'uso domestico condividendo così la stessa bolletta per gli usi domestici e per gli usi di ricarica” ma la “potenza installata di 3 kw” implica “tempi lunghi” e “rischi di sovraccarico del sistema”. Oppure “richiedere un aumento della potenza contrattuale al fornitore” o “installare un nuovo contatore”. Altre modalità di ricarica possono utilizzare “le colonnine pubbliche, le semi pubbliche (presenti in hotel, grandi magazzini etc.)” o infine “punti di ricarica condominiali”. Naturalmente ogni modalità presenta prezzi differenti e secondo le stime Arera basate sui valori in vigore nel terzo trimestre 2018 “nel caso di ricarica privata con l'utilizzo dello stesso contratto per gli usi domestici e per la ricarica, i prezzi di fornitura dell'energia elettrica nel mercato tutelato ammontano a 216 €/Mwh – ha proseguito l'analisi –, mentre con l'installazione di un nuovo contatore separato o l'aumento contrattuale di potenza sul contatore esistente i costi si innalzano a 242 €/Mwh e 266€/Mwh rispettivamente. Il caso di ricarica presso un contatore condominiale è quello più costoso tra le ricariche pubbliche, con prezzi raggiungono i 451 €/Mwh. Per tutte le modalità private di ricarica elettrica c'è poi un costo aggiuntivo per l'installazione e manutenzione della wall box (colonnina) di circa 500€ una tantum, pari a un costo di 60€/anno se spalmato sulla vita utile dell'impianto”. (segue) Le colonnine pubbliche hanno invece la possibilità “di utilizzare una tariffa monomia di energia che include solamente il volume di energia prelevato (Ebtv). Dunque, il gestore del punto di ricarica sarà agevolato nell'aprire nuovi punti in luoghi pubblici data l'assenza di costi derivanti da componenti fisse. Tuttavia il costo dell'energia elettrica per il cliente finale è stimato più elevato rispetto alle altre soluzioni”, ha precisato l'analisi. L'installazione e la gestione delle colonnine di ricarica pubblica, potrebbe rappresentare, dunque, “una nuova linea di business per gli operatori del mercato elettrico. In questo caso – hanno aggiunto gli esperti –, alla vendita dell'energia elettrica si accoppia come visto un servizio di ricarica”. Quello che però appare chiaro è che le opportunità legate a questo business sono ancora “embrionali e spesso non ancora supportate adeguatamente dal quadro regolatorio e dal sistema di remunerazione dei servizi sul mercato elettrico” anche se sono sicuramente “di elevato interesse”, e offrono “un possibile ruolo di demand-side o di fornitura di servizi di flessibilità al sistema elettrico, servizi sempre più necessari per compensare la volatilità della produzione delle fonti rinnovabili non programmabili” hanno concluso i due analisti.