Comuni: Anci Veneto, decreto su turnover personale è da migliorare
Padova, 19 dic. (Adnkronos) - Lo scorso 11 dicembre è stato dato il via libera in conferenza Stato- Città al decreto attuativo sulla nuova disciplina delle assunzioni dei Comuni a tempo indeterminato, da considerare in aggiunta alla sostituzione del personale che va in pensione. Dal 2010, per effetto della spending review, si calcola che i Comuni hanno perso circa ottantamila dipendenti, pari al 20 per cento del totale, andati in pensione e non rimpiazzati. Per questo il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, considera la bozza del decreto un buon passo in avanti che contiene, però, evidenti criticità: “Il superamento dei vincoli del turnover è una battaglia su cui i sindaci del Veneto hanno sempre fatto sentire la loro voce in modo chiaro, ma i contenuti del provvedimento non risolvono fino in fondo le criticità e le difficoltà per noi sindaci. Quello del personale è un tema fondamentale che riguarda i servizi che riusciamo ad offrire ai cittadini e l'efficienza della macchina amministrativa. La bozza del decreto, invece, da un primo esame rischia di penalizzare i Comuni virtuosi e, quindi, quelli del Veneto”. La bozza di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, esaminata nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato – Città, tuttavia, come sottolinea Anci Veneto in una nota “presenta delle criticità che rischiano paradossalmente di penalizzare i Comuni virtuosi ed i nostri Comuni in particolare”. Nello specifico Anci Veneto spiega come la proposta del Governo determini i valori soglia della spesa del personale in rapporto alla media degli accertamenti di competenza riferiti alle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati, ma tale criterio non tiene conto di realtà, come quella del Veneto, nelle quali servizi fondamentali, quali la gestione dei rifiuti urbani e il servizio idrico integrato, in ottemperanza alle previsioni normative, già da anni, vengono svolte in forma associata, attraverso gli ambiti ottimali, che si occupano anche della riscossione e gestione delle relative tariffe. Ne consegue che nei bilanci dei nostri Comuni, a differenza di gran parte dei Comuni italiani, non figura ad esempio tra le entrate correnti la Tari, e naturalmente tra le spese correnti quelli del servizio di igiene urbana, così ottenendo un rapporto evidentemente iniquo per la determinazione della soglia della spesa del personale.