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Lufthansa contro Alitalia-Etihad: "Dagli emiri aiuto di Stato"

I tedeschi contro l'acquisizione da parte degli arabi del 49% dell'ex compagnia di bandiera. Il ministro Lupi: "Hanno solo paura"

Matteo Legnani
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'Mamma li turchi!'. Cioè, gli arabi. Alitalia ed Etihad, complice la missione del premier Enrico Letta negli Emirati Arabi, sono ai particolari dell'accordo che porterebbe il 49% dell'ex compagnia di bandiera italiana nelle tasche degli emiri. E in Europa è già il panico. Lufthansa ha annunciato stamattina che chiederà alla Commissione europea di fermare l'accordo:  "Respingiamo le ripetute sovvenzioni e la parziale nazionalizzazione delle compagnie aeree, indipendentemente che siano acquistate da Stati europei o da società a controllo statale al di fuori dell'Unione". Il timore dei tedeschi si spiega presto: prendendosi il 49% di Alitalia, Etihad metterebbe più di un piede in Europa, di fatto acquisendo un hub nel cuore del continente. A differenza di tutti i vettori Ue, che sono mediamente in difficoltà economiche, gli emiri sono zeppi di danaro e Roma potrebbe diventare il loro "cavallo di Troia" per abbattere i big del trasporto aereo europeo, con strategie ultra-aggressive tanto sul piano dell'espansione del network che delle politiche tariffarie. Un allarme, quello della compagnia aerea tedesca, che il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha interpretato come "il segnale che con l'accordo con Etihad stiamo andando nella direzione giusta. Aiuti di Stato? Aggiramento mascherato delle regole della concorrenza? Sembra piuttosto Lufthansa quella che teme la concorrenza. E' in atto una trattativa tra privati. Al governo italiano, come al governo di ogni Paese, spetta la politica nazionale delle infrastrutture, e in questo senso sta solo facendo il suo dovere auspicando a livello politico che l'accordo vada in porto. Non  permetteremo che si continui a usare l'Unione europea come alibi per bloccare, in questo caso sì, la concorrenza nel comparto aereo".

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