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Fiat: nuovo appello sindaco e sindacati a Letta, si occupi di Termini Imerese

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Palermo, 7 feb. - (Adnkronos) - Un appello al premier Enrico Letta perché si occupi in prima persona della vertenza dello stabilimento di Termini Imerese (Palermo), abbandonato dalla Fiat ormai da due anni. A lanciarlo sono il sindaco della cittadina del palermitano, Salvatore Burrafato, l'arciprete Francesco Anfuso e i segretari territoriali di Fiom, Fim e Uilm, rispettivamente Roberto Mastrosimone, Giovanni Scavuzzo e Vincenzo Comella. Nella lettera inviata al presidente del Consiglio il primo cittadino ricorda le tappe della dolorosa vertenza, iniziata nel 2009, quando proprio a Palazzo Chigi il Governo italiano prese atto del piano industriale del Lingotto, che prevedeva la cessazione dell'attività produttiva della fabbrica di Termini Imerese. "Ad oggi, quattro anni dopo quel drammatico annuncio, la soluzione non c'è - dicono nella lettera -. E certo non per colpa dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. A poche settimane dalla scadenza degli ammortizzatori sociali non si è trovata una soluzione credibile che garantisca il reimpiego di tutti i 1.200 lavoratori della Fiat e dell'indotto diretto ed indiretto, di cui fanno parte i 174 addetti della Lear Corporation e di Clerprem licenziati il 31 gennaio scorso". Ma il primo cittadino, l'arciprete e le organizzazioni sindacali puntano il dito sul "fallimento" del piano di reindustrializzazione dell'area di Termini Imerese avviato nel 2009. "Non è stato impegnato ad oggi - dicono - un solo euro e non ci sono manifestazioni di interesse esecutive da qui a 36 mesi". Da qui l'appello ed insieme la proposta. "Il Governo italiano - spiegano - deve chiedere a Fiat di ricercare una missione produttiva per lo stabilimento di Termini Imerese in seno al comparto dell'automotive". Una richiesta ritenuta possibile perché "i lavortori di Termini Imerese sono a pieno titolo dipendenti di Fiat e della Magneti Marelli ed oltretutto gli impianti produttivi siciliani sono pienamente funzionanti e pronti alla ripartenza. Il grande processo di fusione con Chrysler - concludono - può e deve riservare questa opportunità".

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