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Governo, ministero dell'Economia: derby tra Padoan e Tabellini

Massimo D\'Alema e Matteo Renzi

Nella corsa a via XX Settembre la partita è a due. Chiunque vinca, perderà l'Italia

Andrea Tempestini
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Ultimi minuti d'attesa. Alle 16 Matteo Renzi salirà al Colle e consegnerà a Giorgio Napolitano la lista dei ministri del suo governo. Le indiscrezioni si rincorrono a velocità supersonica. Fari puntati, in particolare, sul ministero dell'Economia. Scongiurato il bis di Fabrizio Saccomanni e dopo l'auto-bruciatura di Fabrizio Barca, la partita si gioca a due: da un lato Guido Tabellini, dall'altro Pier Carlo Padoan. Comunque vada, vien da dire, sarà un disastro. Tabellini è un ex bocconiano, anzi ex rettore della Bocconi, proprio come lo fu Mario Monti, e i bocconiani al comando, ad oggi, hanno lasciato agli italiani pessimi riocordi. Tabellini, per altro, è anche uomo vicino a Carlo De Benedetti: siede nel consiglio di amministrazione della Cir. Insomma, un ventaglio di circostanze tutt'altro che di buon auspicio. Il secondo nome, che pare essere il favorito degli ultimi minuti, è quello di Padoan, ex capo economista e vice direttore generale dell'Ocse e attualmente vice direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale. Ma Padoan, soprattutto, fu il consigliere economico di Massimo D'Alema quando Baffino era presidente del Consiglio, una sorta di uomo-ombra la cui influenza potrebbe pesare sul lavoro di Renzi. Comunque vada, dunque, potrebbe essere un disastro. Nemmeno Renzi, da par suo, sarebbe convinto nell'affidare la poltrona di via XX Settembre a uno dei due: nessuno ha mai condotto negoziati in prima persona con Bruxelles e le autorità europee. Difficile, dunque, far valere le proprie ragioni a un ipotetico tavolo con Angela Merkel, per esempio. Ma Renzi, pur non convinto fino in fondo, su questa decisione non ha l'autonomia decisionale di cui vorrebbe disporre.

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