Stop al reintegro dei precari
Il governo sfida Cigil Cisl e Uil
E' un emendamento del governo alla manovra economica a scatenare le proteste dei sindacati. Le imprese, in caso di irregolarità, non saranno più obbligate a trasformare in tempo indeterminato il contratto dei lavoratori precari. Il documento è già stato approvato dalla commissione Bilancio della Camera e se il Senato non modificherà il testo, la condizione di precario potrebbe diventare permanente. Con la nuova norma il giudice si limiterà ad applicare all'azienda una sanzione. Ad oggi le cose stanno diversamente: il giudice che riscontra irregolarità sul ricorso ad uno o più contratti a termine può obbligare il datori di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Si levano le proteste da parte dei tre maggiori sindacati italiani. La Cgil parla di “norma iniqua”: “Si aumenta la disparità tra lavoratori ed imprese”, afferma Fulvio Fammoni che ha la delega al mercato del lavoro. Una misura “molto negativa” che “lascia aperta ogni possibilità per le aziende sull'uso del contratto a termine”. Prevede invece “gravi conseguenze” la Cisl. Il segretario confederale Giorgio Santini dichiara: “Il lavoratore, non solo non può essere riammesso sul posto di lavoro, per decisione del giudice, con un contratto a tempo indeterminato, ma rimane anche senza il contratto a termine”. Ed invita il governo a “porre rimedio”. Per la Uil è “incostituzionale”. “Uno Stato di diritto”, spiega Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, “non prevede il cambio delle sanzioni in corso d'opera”. Soddisfazione è stata invece espressa da Confindustria. Il direttore generale Maurizio Beretta dichiara: “Un poco di semplificazione e minor rigidità è quello che serve al mercato del lavoro. In questo, come in altri casi, non è di sanzioni che abbiamo bisogno ma di norme praticabili, che abbiano un senso logico rispetto alla reale situazione”. Il braccio di ferro però è solo all'inizio.