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Usa, la crisi crea posti di lavoro

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Assunzioni in massa alla Fed

Michelangelo Bonessa
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 La crisi finanziaria crea posti di lavoro, almeno nellebanche centrali. “All'inizio della crisi - ricorda Richard Dzina, responsabile delle operazioni sul mercato della Fed di New York - abbiamo raddoppiatoil numero delle scrivanie negli uffici e allestito punti di lavoro nei corridoi”.Infatti per un singolare paradosso la crisi ha fatto esplodere i bilanci dellebanche centrali in tutto il mondo e la Riserva Federale di New York, il bracciooperativo della Fed, non è da meno: la banca prevede di aumentare lo staffnella divisione mercati a 400 persone a fine anno, un aumento di quasi il 75%rispetto alle 240 di fine 2007, a differenza di quello che sta succedendo intutte le altre 'big' di Wall Street (banche, agenzie di rating, hedge fund efondi di private equity) che stanno riducendo all'osso gli organici. Primadella crisi, la Fed, soprattutto a New York, dovevaaffannarsi per cercare di trattenere i dipendenti, attirati dagli alti stipendidei grandi nomi di Wal Street. Per effetto della crisi, il bilancio della Fed èpiù che raddoppiato a oltre 2mila miliardi di dollari nel corso del 2008 e piùstaff si è reso necessario per gestire i nuovi strumenti usati dalla Bancacentrale per aiutare il settore finanziario e l'economia e per monitorare lasalute dei mercati, ma anche in vista dei nuovi compiti di supervisionemacrosistemica che l'amministrazione Obama intende affidarle. La Fed di NewYork ha in seguito chiesto nel 2008 alle altre 11 banche regionali del sistemadi poter avere tutto il personale in eccesso e ha richiamato in servizio ilpersonale appena pensionato. Il terzo passo è stata la campagna di assunzioni.In futuro, conclude il quotidiano, a prescindere dalla 'exit strategy' e dalcorso scelto dalla Fed, la Fed di New York, che attualmente ha in totale 3miladipendenti, avrà comunque un organico più elevato rispetto al periodopre-crisi.

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