(Adnkronos) - Diverso l'impatto delle varie tipologie di salvaguardia. Nel caso dei lavoratori in mobilità, la categoria più numerosa, sono stati 3.658 i beneficiati in Veneto su un totale di 72.420 "posti" disponibili: il 5%. Poi i lavoratori con versamenti volontari in corso: vanno in pensione con le vecchie regole in 2.462 su un plafond nazionale di 22.780 salvacondotti (l'11%). Poco più di un migliaio (1.279) i casi di esodati con assegni straordinari, in gran parte dipendenti di banche, assicurazioni, FS e Poste. Modesti i numeri delle altre categorie: 616 quelli con accordi di dimissioni, 114 i casi collegati alla legge 104/1992 (famigliari di lavoratori disabili). Quattro di numero i dipendenti pubblici in esonero. La metà dei salvaguardati veneti (4.410) è già in pensione mentre l'altra ne sta maturando i requisiti, naturalmente con le vecchie regole. "L'Inps - commenta Franca Porto segretaria della Cisl del veneto - ha quindi fatto un ottimo lavoro e tutte le domande sono state elaborate e portate a termine rapidamente". I dati Inps permettono anche di tracciare un identikit dei veneti che sono già in pensione grazie alla salvaguardia. Sono 340 quelli che hanno assommato i contributi di lavoro dipendente con quelli da artigiani o commerciati, un centinaio coloro che hanno un passato da coltivatori, 45 da emigrante. Gli ex postali e ferrovieri sono 262, provengono da banche ed assicurazioni in 47, dalla telefonia in 228, dalle compagnie elettriche in 89. In una decina di casi la pensione è andata alla vedova.(segue)