(Adnkronos) - In sintesi la scomparsa di queste 1042 imprese significa che almeno 2mila persone hanno perso il lavoro secopndo l'Associazione Artigiana, e la Sardegna perde in competizione, in crescita e nel Pil. A livello provinciale, Cagliari e' la peggiore: registra, infatti, 215 imprese in meno rispetto al 1° trimestre (tasso di crescita -1,44% e imprese registrate in totale 14.764). Seguono Sassari con 107 imprese in meno (-0,77% di crescita e saldo totale di 13.820), Nuoro -17 imprese (-0,24% e stock di 7.105 imprese) e chiude Oristano con -4 imprese (trend di -0,12% e stock di 3.366) Per Confartigianato Sardegna e', "in ogni caso, un primo semestre drammatico in tutta Italia (21mila gli artigiani che mancano all'appello) che vede pero' la Sardegna stare peggio sia della media nazionale (dove il calo e' stato dello 0,01%) sia rispetto alle regioni del centro-sud". "Da troppo tempo la nostra regione viaggia su saldi peggiori della media - continuano da Confartigianato - e la distanza dalle aree piu' sviluppate del Paese ci preoccupa anche perche' non sappiamo quando il gap potra' essere recuperato". "Queste migliaia di chiusure - spiegano i vertici dell'Associazione - sono il segnale tangibile che il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo gli artigiani sardi che vivono quotidianamente sulla propria pelle il peso insostenibile della pressione fiscale, del crollo dei consumi, del difficile e costoso accesso al credito, della difficile riscossione dei crediti vantati nei confronti della PA e di altre imprese". "Le aziende, tutte - conclude l'Organizzazione Artigiana - ma in particolare quelle dell'artigianato, reclamano ogni giorno, prima di ogni altra cosa, tempestivita' e velocita' nelle decisioni che devono essere prese. C'e' bisogno di lanciare un segnale forte per aumentare la loro capacita' di resistenza. Un segnale che indichi con nettezza contenuti e percorsi di un'azione energica contro la crisi".