(Adnkronos) - "L'evoluzione normativa - commenta l'Osservatorio - e' complessa e poco coerente: da un lato si sono tagliate risorse per reintegrarle successivamente anche a scapito degli investimenti infrastrutturali e per il materiale rotabile". Il quadro legislativo e finanziario continua a rimanere tuttora confuso, rimarca l'Osservatorio: venuto meno l'obbligo di mettere in gara il servizio, a seguito della sentenza 199/2012 della Corte Costituzionale, si torna ora ai contratti di servizio di sei anni (rinnovabili); intanto il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale a luglio e' stato ridotto da 1,7 a 1,2 miliardi, vale a dire 500 milioni di euro in meno di quelli necessari per coprire il costo dei contratti di servizio vigenti tra Regioni e Trenitalia. Le Regioni dovranno quindi procedere a l"'efficientamento del servizio", vale a dire tagli di linee e di corse. "Le Regioni - conclude l'Osservatorio - alla data attuale non sanno quante risorse riceveranno dal fondo nazionale per il 2012 e sono nella totale impossibilita' di programmare i servizi ferroviari per il 2013, tanto piu' di investire in infrastrutture e materiale rotabile". "Ma se con una mano il governo ha tagliato i trasferimenti per i treni regionali, con l'altra - ricorda l'Osservatorio - ha stanziato 200 milioni di euro per il dissesto delle linee ad alta frequentazione della Campania, e 40 milioni per il risanamento delle ferrovie pugliesi e calabre. Come dire: la regionalizzazione del servizio e' ormai lettera morta".