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Le Pmi scommettono sull'innovazione per agganciare la ripresa

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Le Pmi italiane continuano a innovare, nonostante la crisi pandemica. Lo dice la ricerca Market Watch Pmi di Banca Ifis, secondo cui una piccola e media impresa su due ha introdotto nell’ultimo biennio almeno una innovazione di prodotto, di processo o organizzativa. L’indagine, realizzata in collaborazione con Format Research su un campione rappresentativo di 1.800 imprese italiane, evidenzia come il 42% delle aziende abbia continuato a investire nell’ultimo biennio, prevedendo un ulteriore aumento del dato del 6% entro il 2023.

Digitalizzazione e sostenibilità i traguardi del prossimo futuro
Chimica-Farmaceutica e Sistema Casa sono i settori con la maggiore spinta negli investimenti tecnologici, rispettivamente con il 76% e 63% delle imprese che hanno introdotto un’innovazione. Segue la Tecnologia a quota 60%. Gli investimenti sono indirizzati a rafforzare la dotazione di macchinari (54% dei casi), ad aumentare le competenze del personale con la formazione (38%) e a migliorare l’infrastruttura digitale (26%). 
Nel prossimo biennio le aree in cui le aziende prevedono di investire maggiormente sono la digitalizzazione dei processi (34%) e la sostenibilità (32%). A seguire la gestione della relazione con i clienti e la R&S (21% in entrambi i casi) e il reshoring delle filiere di fornitura (12%). 
Rispetto alle modalità di reperimento delle risorse economiche, il 56% delle Pmi intervistate ha fatto ricorso all’autofinanziamento, mentre il 35% a finanziamenti bancari. Solo il 7% ha impiegato sostegni pubblici.

Le tecnologie 4.0 sempre più radicate tra le Pmi
La ricerca fotografa un tessuto imprenditoriale consapevole dell’apporto decisivo delle tecnologie digitali nelle strategie di crescita e di miglioramento della competitività. Il 73% degli intervistati dichiara di utilizzare già tecnologie 4.0 o di volerle adottare nel biennio 2022-2023. Le innovazioni su cui le aziende hanno investito sono: cyber security (31% dei casi), CRM (29%) e Cloud (25%). Meno diffusi ma significativi gli investimenti nell’industrial IoT, l’Internet delle cose (16%), supply chain management (15%), stampa 3D e produzione additiva (8%), Big Data e intelligenza artificiale (8%). A seguire ci sono poi: i robot collaborativi e interconnessi su cui ha investito nell’ultimo biennio il 7% degli intervistati, la realtà aumentata (5%) e le nanotecnologie e i materiali intelligenti (1% di investimenti realizzati ma con un +6% di crescita prevista nel prossimo biennio).
La penetrazione dell’innovazione non è omogenea tra le Pmi: nelle imprese che contano tra 50 e 249 dipendenti la percentuale raggiunge il 70%, nelle piccole (20-49 addetti) la quota di chi investe nella tecnologia è del 55% mentre nelle microimprese sotto i 20 dipendenti è pari al 47%. 

L’innovazione come leva per la crescita
Lo sforzo innovativo mira, nel 59% dei casi, a migliorare la qualità di prodotto e a minimizzare gli errori di processo. Esigenza, quest’ultima, sentita in maniera particolare dalle aziende di maggiori dimensioni, tanto da divenire il primo obiettivo degli investimenti digitali per il 71% delle società con oltre 50 addetti. Tra le ragioni ci sono anche l’aumento della produttività (41%), il miglioramento della sicurezza all’interno degli stabilimenti (27%), la possibilità di entrare in nuovi mercati o di lanciare nuovi prodotti (24%), l’opportunità di personalizzare l’offerta ai clienti o di garantire maggiore flessibilità (19%).

Il Market Watch Pmi
Market Watch Pmi è l’osservatorio di analisi e ricerca di Banca Ifis dell’ecosistema delle Piccole e Medie Imprese italiane e delle filiere del made in Italy. Il percorso di studio e racconto completa e arricchisce il progetto «Fattore I»: il format di indagine e storytelling lanciato nel 2019 che, per la prima volta in Italia, si avvale dei Big Data e della tecnologia web listening per osservare e analizzare i trend dei settori produttivi italiani.

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