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Fisco, attenzione alla lettera per le tasse da pagare in estate: ecco chi avrà le vacanze rovinate

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Il contribuente non può contestare il Fisco se decide di fare un accertamento quando si è in vacanza nei mesi estivi, ad esempio ad agosto, e l'interessato non è riuscito ad inviare i documenti in tempo utile perché in ferie in un luogo diverso dalla propria residenza e, quindi, impossibilitato. Ma questo non è stato ritenuto un motivo sufficiente per rispondere di no all'Agenzia delle Entrate.

 

 

 

Lo ha stabilito la Corte di cassazione con l'ordinanza n. 16757 del 14 giugno 2021 che ha respinto sul punto il ricorso di una contribuente, una professionista alla quale, durante il mese di agosto, era stato inviato un questionario con la richiesta dell'invio di alcuni documenti. La persona si trovava in ferie, motivo per cui aveva risposto solo in un secondo momento al rientro dalle vacanze. Nonostante l'adesione, l'ufficio ha rifiutato l'integrazione documentale e la sua posizione è stata ora avallata in sede di legittimità. La donna adesso si troverà costretta a pagare anche le sanzioni commesse dal proprio commercialista che non ha adeguatamente vigilato sul suo operato.

 

 

 

"In tema di accertamento tributario, occorre distinguere l'ipotesi in cui la richiesta dell'amministrazione finanziaria di documenti al contribuente sia stata inviata mediante questionario da quella in cui sia stata avanzata, nel corso di attività di accesso, ispezione o verifica, atteso che - ferma sempre la necessità, in ogni ipotesi, che l'amministrazione dimostri che vi era stata una puntuale indicazione di quanto richiesto, accompagnata dall'espresso avvertimento circa le conseguenze della mancata ottemperanza", si legge nella motivazione della sentenza. Un altro caso che dimostra l'incongruenza e l'ottusità della pubblica amministrazione.

 

 

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