Impianti fotovoltaici al posto dei campi agricoli, la rivolta di Coldiretti: "Non si tolga un solo ettaro di terreno, no a scenari speculativi"
Dal Veneto alla Sicilia agli agricoltori vengono offerte montagne di soldi per cedere i propri terreni. E così finisce che i loro campi finiscano nelle mani dei grandi intermediari delle aziende che vogliono realizzare mega impianti di fotovoltaico sfruttando l'assoluto caos delle regole e delle autorizzazioni in materia nel nostro Paese. Con due rischi: quello di una perdita di produzione agricola importante e quello di uno stravolgimento del paesaggio a causa di una concentrazione di pannelli fotovoltaici che non avrà pari nel resto d'Europa, riporta L'Espresso.
Del resto l'Italia è la terra del sole e l'Europa ci chiede di raddoppiare entro il 2033 la produzione elettrica da energia solare: una partita che vale 2 miliardi di euro di investimenti privati per raggiungere questo obiettivo, ai quali si aggiungono quasi 4 miliardi di incentivi messi a disposizione dal Pnrr. Tanti soldi, tanta pressione, sia da parte delle aziende che vogliono realizzare gli impianti sia dal governo Draghi che deve raggiungere gli obiettivi chiesti dall'Unione europea.
Uno dei problemi è che nelle principali regioni interessate al fotovoltaico - Veneto, Lazio, Sardegna, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia - non hanno fatto
alcuna mappatura delle aree idonee mentre è già in corso la grande vendita dei terreni agricoli. "Convocherò al più presto un tavolo con i governatori per accelerare sulla localizzazione delle aree, ma non possiamo intervenire direttamente", dice il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
Coldiretti ha iniziato già la sua battaglia. Il presidente Ettore Prandini al meeting di Rimini di Comunione e liberazione è stato durissimo: "Pongo una questione chiave al governo italiano, noi vogliamo che il fotovoltaico vada sui tetti delle aziende agricole e non accettiamo che si tolga un solo ettaro di terreno destinato alla produzione di cibo, diciamo no a scenari speculativi".