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Mentre la politica litiga gli italiani in 6 mesi hanno speso 9 miliardi in più per il carburante. L'analisi di Andrea Pasini

Andrea Pasini  

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In soli sei mesi il prezzo del carburante ha visto un aumento pari a 9 miliardi. Un dato impressionante che grava sulle tasche di ogni famiglia. Osservaprezzi carburanti, il sito sviluppato dal Mise che permette di consultare in tempo reale i prezzi effettivi di vendita dei carburanti su territorio nazionale, mostra come nella provincia di Milano il prezzo della benzina verde con servizio alla pompa abbia raggiunto una media di 1.983 euro, con picchi di 2.245. Cifre simili anche a Roma e provincia con una media di 1.925 euro e picchi di 2.179. Prendendo ancora una volta in considerazione Milano e Roma, i prezzi per il gasolio con servizio alla pompa raggiungono rispettivamente 1.868 euro con picco di 2.164 e 1.812 con massimo di 2.069. 

Analizzando i dati del Mise nella loro interezza, risulta che tra ottobre 2021 e marzo 2022 gli italiani abbiano speso oltre 23,5 miliardi di euro per i rifornimenti di benzina e 21,1 miliardi per il gasolio, per un totale di 44,7 miliardi che equivale a un aumento del 347% a famiglia. 

Uno studio di Consumerismo in collaborazione Alma Laboris ha spiegato come l’escalation di benzina e gasolio sia iniziata lo scorso ottobre,  quando i prezzi della verde hanno sfondato la soglia di 1,7 euro al litro iniziando una corsa al rialzo senza freni.

Prendendo in considerazione il parco veicolare italiano e una media di 2,5 pieni al mese, la situazione per le famiglie italiane sta diventando davvero insostenibile. 

Per trovare una soluzione efficace al problema, è fondamentale soffermarsi sulla componente fiscale dei carburanti e analizzare gli introiti incamerati dalle casse statali negli ultimi sei mesi. Secondo i dati raccolti da Alma Laboris, da ottobre a marzo lo Stato ha incassato 8,1 miliardi di euro con l’Iva sui carburanti, 17,2 miliardi con le accise, per un totale di 25,3 miliardi di euro. Mentre il peso delle accise è rimasto invariato rispetto al 2021 (0,728 euro su ogni litro di benzina, 0,617 euro sul gasolio) le entrate garantite dall’Iva sono aumentate grazie ai rincari alla pompa, e hanno determinato per le casse statali un “tesoretto” aggiuntivo che sfiora 1,7 miliardi di euro in soli 6 mesi. 

Appare indispensabile un nuovo taglio delle accise, dopo quello di 25 centesimi deciso la da Mario Draghi. Una mossa lodevole da parte del nostro premier ma che, a fronte dell’impressionante crescita dei prezzi, non può bastare a risolvere la situazione. Non è corretto mantenere accise relative a calamità naturali di 70 e 80 anni fa. Le accise andrebbero eliminate completamente attraverso un programma lungimirante.

La lista delle accise pubblicata da molti giornali e trasmessa da molti telegiornali e salotti tv non ha fatto altro che ledere il già instabile rapporto fiduciario tra Stato e cittadino. Facendo qualche semplice somma, le accise sono apparse a tutti assolutamente sproporzionate rispetto al costo della benzina. Questi tempi incerti richiedono tante scelte coraggiose, e questa è una di esse. Mi auguro solo che i nostri politici decidano al più presto una strategia per  prima che i prezzi aumentino ancora e che i cittadini si impoveriscano sempre di più.

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