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Fisco ed evasione: siamo appesi all'algoritmo poliziotto, ma quando la "giusta tassa"?

Alessandro Sallusti
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Ogni cosa che serve ad arginare la piaga dell'evasione fiscale è ovviamente benedetta, il che non vuole dire che per questo sia utile. Ogni anno il ministro dell'Economia di turno (tre negli ultimi quattro anni) se ne inventa una per poter dire che anche lui ci ha messo del suo per stanare i cittadini disonesti ma ogni volta che si va a tirare le somme chissà perché il totale delle evasioni aumenta o quantomeno non diminuisce. L'ultima, che raccontiamo oggi, è un sistema magico per scoprire gli evasori prima che evadano attraverso un algoritmo che scandaglierà tutto il nostro agire on line, foto comprese, operazione talmente geniale che già si preannuncia l'ennesimo fiasco al netto del solito cretino - i cretini non mancano mai - che dichiarandosi nullatenente non resiste alla tentazione di postare un selfie con la nuova Ferrari appena ritirata dalla concessionaria. Questo gioco tra guardie e ladri che va avanti da decenni mi lascia perplesso. Non perché non voglia le guardie ma perché i ladri mi sembrano essere stati fino al momento molto più furbi di loro. E perché- cosa non trascurabile- così facendo si trascinano i non pochi onesti di questo Paese dentro un regime di polizia che poco ha a che fare con le libertà e i diritti alla riservatezza garantiti dalla Costituzione. Ieri Mario Draghi ci ha comunicato con un certo orgoglio che sotto la sua guida la pressione fiscale è scesa dello 0,4 per cento. Siamo contenti ma non nascondiamoci dietro a un dito: parliamo, soprattutto in tempi di crisi, di una mancetta irrilevante sia per le famiglie che per le imprese, mancetta peraltro azzerata e passata addirittura in negativo per via dei rincari non dello 0,4 ma del 40 per cento di alcuni consumi indispensabili, tipo energia ed alimentari. La verità è che anche questo governo di tutti ha sfornato la sua teorica ricetta ammazza furbetti ma non ha mosso un dito per riformare davvero e seriamente il sistema fiscale oggi esoso e ingiusto, e come tale primo motivo per cui molta gente prova in tutti i modi a starne alla larga correndo anche i rischi del caso. Va bene l'algoritmo poliziotto, ma a quando un algoritmo in grado di individuare la giusta tassa per il giusto italiano, cioè quella compatibile con la dignità e le necessità di ognuno di noi?

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