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Inflazione record, prezzi alle stelle: cosa ci aspetta a settembre

Michele Zaccardi
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È un ritorno agli anni '80 quello che emerge dai dati preliminari dell'Istat. L'inflazione a giugno, infatti, tocca l'8% su base annua, il livello più alto dal gennaio del 1986, quando si attestò all'8,2%. A spingere la corsa dei prezzi è soprattutto l'incremento del costo dell'energia. Un incremento che, sebbene iniziato già nell'autunno del 2021, è stato esacerbato dalla guerra in Ucraina e dalle ritorsioni di Mosca che hanno colpito i Paesi europei, ai quali sono state tagliate le forniture di gas. Così a giugno l'inflazione cresce dell'1,2% rispetto al 6,8% di maggio. Il dato acquisito per il 2022, ovvero nel caso in cui non dovessero verificarsi ulteriori aumenti di qui alla fine dell'anno, è pari al 6,4%. Insomma, all'indomani degli interventi del governo per contrastare il caro bollette, l'Istat certifica che la situazione è tutt' altro che positiva per il potere d'acquisto delle famiglie italiane.

 

 


 

 

 

LE BOLLETTE - E a incidere sulla crescita dei prezzi sono soprattutto luce e gas. I beni energetici passano dal +42,6% di maggio al +48,7%. Ad aumentare sono in particolare quelli non regolamentati, come i carburanti (da +32,9% a +39,9%) mentre quelli regolamentati (luce e gas per i clienti in tutela) continuano a «registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%». Ma i rincari dell'energia contagiano a cascata tutti i settori, nessuno escluso. «Le tensioni inflazionistiche» spiega l'istituto di statistica, «continuano a propagarsi dai Beni energetici agli altri comparti merceologici, nell'ambito sia dei beni sia dei servizi».
Gli alimentari, ad esempio, passano dal +6,6% di maggio a +8,2%, i servizi ricreativi, culturali e perla cura della persona da +4,4% a +5% e quelli relativi ai trasporti da +6% a +7,2%. Segna un record pertanto anche il carrello della spesa che comprende le prime due voci: +8,3%, il dato più alto dal 1986. L'accelerazione dei prezzi non risparmia neanche le vacanze. I biglietti aerei, infatti, costano quasi il doppio rispetto a un anno fa (+90,4%), e crescono del 23,8% rispetto a maggio. Questo mentre registrano forti rincari anche gli alberghi e le diverse strutture ricettive, i cui prezzi aumentano del 18,1% sul 2021 e del 5,8% sul mese scorso.

 

 

 

 

 

 

TENDENZA - Anche la altre due misure dell'inflazione elaborate dall'Istat segnano dati record. La componente di fondo, calcolata al netto di energia e alimentari freschi, cresce del 3,8% mentre quella che esclude solo i beni energetici tocca il +4,2%, cifre che non si vedevano dal 1996. Tuttavia, l'Italia non è l'unico Paese europeo a dover fare i conti con il carovita. L'inflazione, infatti, corre in tutta Europa: nell'area euro ha toccato l'8,6% (contro l'8,1% di maggio), livello mai raggiunto da quando è stata introdotta la moneta unica. Insomma, la situazione è critica un po' dappertutto. Nel frattempo, le maggiori preoccupazioni sono espresse dalle associazioni dei consumatori e dei commercianti. «Il dato sull'andamento dei prezzi rappresenta un ulteriore salto indietro nel tempo» commenta l'ufficio studi di Confcommercio. «Se, al momento, gli effetti sui consumi appaiono ancora limitati è molto probabile che da settembre le famiglie saranno costrette a una selezione degli acquisti, con gravi effetti negativi sui consumi e, quindi, sul Pil». In base ai calcoli del Codacons, un tasso d'inflazione all'8% «si traduce a parità di consumi in una maggiore spesa pari a +2.457 euro annui per la famiglia "tipo", che raggiungono +3.192 euro annui per un nucleo con due figli». Per Federconsumatori, invece, il carovita ha già determinato dei cambiamenti nelle abitudini degli italiani, come dimostra il calo di oltre il 16% del consumo di carne e pesce. 

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