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Euro agganciato dal dollaro, "non accadeva dal 2022": timori per la moneta unica

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Alla fine è successo: il valore del dollaro ha eguagliato quello dell’euro. Un fenomeno che non si verificava dal dicembre del 2002 e che testimonia una situazione critica, soprattutto per l’economia interna dell’Italia. L’indebolimento dell’euro gioca a favore della valuta americana, rafforzata dall’aumento del prezzo delle materie prime (da sempre commerciate in dollari) e di energia e petrolio.

Ciò si traduce in bollette ancora più pesanti per gli italiani e costi sempre maggiori per le imprese, per le quali diventa più conveniente vendere prodotti negli Stati Uniti ma con pesanti conseguenze sui costi di produzione. Sebbene l’indebolimento dell’euro favorisca l’export, con le aziende italiane che possono esportare i prodotti nel mercato americano a prezzi inferiori e realizzare maggiori profitti, allo stesso tempo comporta un prezzo più alto da pagare per le materie prime e per l’energia.

A beneficiare della parità agganciata dal dollaro sull’euro saranno soprattutto i turisti americani: il tasso di cambio vantaggioso potrebbe incentivarli a scegliere l’Europa per le vacanze e ad usufruire di maggiori beni e servizi. Di contro, ovviamente per gli europei sarà maggiore il costo dei viaggi negli Stati Uniti. Ma non è solo l’euro a cadere così in basso nei confronti del dollaro: il bigliettone verde americano ha toccato i massimi da 24 anni anche sullo yen.

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