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Pd, attenzione: se perdono, a sinistra sono capaci davvero di tutto

Iuri Maria Prado
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Un pericolo di tenuta democratica se vince il centrodestra, in effetti, c'è: ed è che la controparte sarebbe capace di ricorrere a qualsiasi strumento, a qualsiasi imbroglio, a qualsiasi forzatura per veder revocato nei fatti un esito elettorale sfavorevole. Se non succederà (ed è per ciò che il pericolo è magari remoto, ma non inesistente) non sarà perché il centrosinistra non lo vorrà, ma solo perché non avrà trovato occasione di valersi del pretesto adatto, della combinazione proficua, delle condizioni sufficienti per l'ottenimento del risultato.
È così difettoso il tenore democratico della sinistra e dell'alleato, così basso il senso istituzionale che caratterizza quella classe dirigente, così spregiudicato l'atteggiamento che essa può tenere verso la regola dello Stato di diritto, che nulla, se non appunto la mancanza dell'occasione buona, impedirebbe a quel potere sfrontato di forzare la mano.

 

 

 

Non succederà: ma se domani, lassù, qualcuno impazzisse, e dicesse che per la salute democratica del Paese bisognerebbe deviare il corso del governo e non lasciarne la gestione alla destra in puzza di fascismo, di razzismo, di omofobia, ebbene Enrico Letta e compagnia non avrebbero proprio nulla da obiettare e anzi festeggerebbero il salvataggio della sovranità popolare: che, come da Costituzione antifascista, appartiene al popolo che vota a sinistra.

 

 

 

E identicamente si posizionerebbero lungo la scala degli eventi possibili, qualche tempestiva indagine giudiziaria, una rinnovata tradizione epistolare in vernacolo UE, un po' di editoriali allarmati per gli indici di borsa incurvati in giù... Qualsiasi cosa. Quel che fa la destra, se vince, può piacere o no: ma pressappoco si sa. Quel che fa la sinistra, se perde, no: perché può fare praticamente tutto. 

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