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Gas, il report-choc: la prima regione italiana che resta senza riscaldamento

Benedetta Vitetta
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Ormai una delle poche certezze che abbiamo è che il prossimo sarà un inverno terribilmente freddo. Soprattutto per le tensioni che aumentano sulle forniture elettriche e di gas in arrivo dalla Russia. Nelle ultime ore, tra l'altro, il colosso statale russo Gazprom ha fatto sapere che il gasdotto Nord Stream, il principale rubinetto digas verso l'Europa occidentale, resterà chiuso a tempo indeterminato. Il motivo? «Un guasto importante a una turbina» han fatto sapere da Gazprom, che per il momento non permette di sapere quando la pipeline sarà in grado di ripartire».

Una mossa che, più che altro, pare una vera e propria ritorsione ai danni della Ue visto che è arrivata a poche ore di distanza dalle parole della presidente della Commussione Europea, Ursula von der Leyen, sulla volontà dei Paesi di imporre un tetto ai prezzi del gas russo. Insomma ci attende un inverno all'insegna di freddo e di possibili (probabili) razionamenti.

 

IN EMERGENZA
In vista dello scenario chesi profila gli esperti della Cgia di Mestre, in uno studio diffuso ieri, hanno stimato sugli ultimi dati disponibili del Rapporto Oipe 2021che gli italiani a rischio povertà energetica sono oltre 9 milioni, ossia circa 4 milioni di famiglie.

«Dati allarmanti» per la Cgia, «anche perchè sottodimensionati, poichè sono stati calcolati ben prima dello shock energetico scoppiato nel Paese a partire dalla seconda metà del 2021». Secondo l'elaborazione degli artigiani veneti, si stimano in condizioni di povertà energetica i nuclei familiari che non riescono a utilizzare con regolarità l'impianto di riscaldamento d'inverno, quello di raffrescamento d'estate e, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono o utilizzano saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia (lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, micro onde, forno elettrico, etc.).

E gli esperti della Cgia fanno anche l'identikit delle famiglie energeticamente "vulnerabili" in cui spesso troviamo quelle con un elevato numero di componenti che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato.

A livello geografico la situazione più critica si verifica soprattutto nel Mezzogiorno: in questa macroarea la frequenza della povertà energetica è la più elevata d'Italia e interessa tra il 24 e il 36% delle famiglie residenti in questo territorio.

 

REGIONI IN DIFFICOLTÀ
La regione più in difficoltà? In termini assoluti è la Campania: qui il numero delle famiglie che utilizza saltuariamente luce e gas oscilla tra le 519mila e le 779mila unità. Molto simile la situazione in Sicilia dove la forchetta oscilla tra i 481mila e i 722mila nuclei familiari e in Calabria che ha un range compreso tra le 191mila e le 287mila famiglie in difficoltà nell'utilizzo quotidiano di energia elettrica e metano.

Un po' meno critica, ma comunque con una "vulnerabilità" energetica medio-alta, sono messe, per la Cgia, le altre regioni del Mezzogiorno e alcune del Centro che presentano una forchetta che varia dal 14 al 24% delle famiglie residenti: la Puglia (con un numero di nuclei compreso tra i 223mila e gli 383mila), la Sardegna (tra 102mila e 174mila), le Marche (tra 90mila e 154mila), l'Abruzzo (tra 77mila e 132mila) e l'Umbria (tra 53mila e 91mila).

La situazione migliora man mano che si risale lungo la penisola. Nella fascia a rischio medio-bassa (tra il 10 e il 14% delle famiglie coinvolte) c'è il Lazio e alcune regioni del Nord: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta.

Infine nella fascia più bassa quella che comprende un numero di nuclei familiari in difficoltà che va dal 6 al 10% del totale troviamo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Trentino Alto Adige.
Da sottolineare, infine, che l'aumento esponenziale dei prezzi delle bollette previste per i prossimi mesi potrebbe peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, specie quelle composte da lavoratori autonomi.

Nel ricordare che il 70% circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ossia senza dipendenti né collaboratori familiari, moltissimi artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando 2 volte lo straordinario aumento registrato negli ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare botteghe e negozi. E di fronte all'impennata dei costi dell'energia che ha raggiunto livelli mai visti nel passato più recente, è probabile che anche le misure di mitigazione introdotte di recente dal governo Draghi, non basteranno ad aiutare i tanti milioni di italiani in difficoltà.

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