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Bollette, ecco come ci spengono la luce: cosa non potremo più fare

Antonio Castro
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Non c'è ancora da comprare candele e fare scorta di legna (anche se i prezzi dei bancali sono esplosi), però l'unica certezza è che gli italiani (anzi tutti i 500 milioni di cittadini europei) dovranno fare i conti con la riduzione dei consumi energetici. A oltre 200 giorni dall'inizio delle "operazioni speciali" russe in Ucraina, l'Europa si è accorta che le sanzioni si sono trasformate in un boomerang micidiale. Per imprese e cittadini che dovranno farsi bastare le risorse energetiche. E mettere un cappello al prezzo del gas è più uno slogan che un rimedio facilmente attuabile. E quindi oggi verrà formalizzato a Bruxelles (dopo le anticipazioni di Strasburgo), che bisognerà tirare la cinghia. Del resto gli italiani lo avevano capito da soli. Rimbombano da settimane gli allarmi sui rincari monster che stanno massacrando le imprese. I conti astronomici di gelaterie e pizzerie hanno raggiunto lo scopo più di qualsiasi campagna istituzionale. Anche il più disinteressato dei consumatori ha capito che gli arriverà una bolletta record.
 

 

 

BOLLETTE DA INFARTO E se gli italiani - solitamente parsimoniosi- volessero buttare quattrini e continuare a mandare lavatrici e asciugartici nei momenti di costo maggiore? Già oggile fasce di maggior costo (dalle 7 alle 19), scoraggiano le famiglie dall'utilizzare gli elettrodomestici con leggerezza. Il forno elettrico si accende alle 19. Lavatrice e asciugatrice possono viaggiare serenamente dopo cena. Anche il televisore perennemente in stand by può essere scollegato giusto cambiando la presa senza impigrirsi con un click sul telecomando.
Ma in realtà possono staccarci la luce? O almeno costringerci a utilizzare un elettrodomestico alla volta e a farlo in certi orari in cui c'è maggiore disponibilità?
In teoria sì. Dal 2015 in poi il parco contatori elettrici italiano è stato progressivamente rinnovato. Oggi quasi il 100% dei contatori dei consumi elettrici (dati relazione 2021 Agenzia di regolazione per energia, Arera) sono di seconda generazione. Nel dettaglio in Italia sono in funzione 36,5 milioni utenze elettriche. Suddivise in circa 30 milioni clienti domestici. Sono installati contatori elettronici e per oltre il 50% sono macchine 2G di seconda generazione. Controllabili da remoto. Quindi basterebbe una operazione da remoto per ridurci la potenza erogata che arriva dentro le nostre case, nelle imprese o nel più sperduto dei paesini. Certo se un cliente ha firmato un contratto per una determinata fornitura non è che dalla sera alla mattina gli si può ridurre del tutto l'erogazione. Ma un certo scarto di tolleranza è già previsto (oggi in eccesso, e infatti la luce "non scatta" subito). Per il gas la situazione dei contatori è un po' diversa. Tanto per iniziare sono attive la bellezza di 21,5 milioni utenze. Di cui 20,4 milioni domestiche. È vero che, spiegano sempre dall'Arera, «sono in avanzata fase di sostituzione i contatori meccanici con quelli elettronici 1G di prima generazione», però è un tantino più complicato ridurne la somministrazione. Anche perché i grossi quantitativi di gas servono ad alimentare le imprese energivore (cartiere, impianti siderurgici, vetrerie, ceramiche) che in alcuni casi hanno contratti che possono essere sospesi (clausola di interrompibilità). Altre proprio non possono completamente essere staccate. Così come gli ospedali, gli aeroporti, le caserme dei carabinieri o certi presidi strategici. E se è vero che non c'è miglior incentivo del terrore di trovarsi con una bolletta quadruplicata (ipotesi tutt' altro che remota per le piccole e medie imprese), il battage mediatico delle ultime settimane contribuirà a comprimere i consumi non indispensabili. Potendo così destinare la capacità energetica ai consumi prioritari.
Giusto ieri sera il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha ammesso candidamente che trova ragionevole spingere i cittadini europei a risparmiare energia, anche se già lo stanno facendo. La sobrietà energetica va sempre bene, non serve una crisi per questo, ma in un momento come questo diventa una necessità», ha sintetizzato intervenendo alla trasmissione "Porta a porta".
 

 

 

 

ATOMO SICURO Certo non i può cercare di risolvere il problema spegnando la lavatrice. O mandandola soltanto a pieno carico. Né si può credere di mandare avanti un Paese trasformatore come il nostro con solo pannelli solari e pale eoliche. «Sono un profondo sostenitore delle rinnovabili, ma Paesi come l'Italia che consumano 1500-1700 terawattora l'anno, come pensano di andare avanti con sorgenti discontinue?». L'ex top manager di Leonardo - prestato come tecnico al governo Draghi - lo ammette candidamente: «Non inizierei adesso una campagna con le centrali nucleari di terza generazione, che sono complesse e costose». Salvo poi scandire che «tutti i Paesi energivori hanno centrali nucleari. E il nucleare non produce anidride carbonica. Se noi vogliamo decarbonizzare e liberarci di tutti i combustibili fossili è velleitario dire di sostituirlo con le rinnovabili». Intanto da Bruxelles si tampona l'emergenza come si può: spegnendo quello che non è indispensabile. Il 5/10%, degli attuali consumi. Per ora... 

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