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Bollette, attenti al "fattore k 15%": ecco come evitare i sigilli

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Claudia Osmetti
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Sì, ma poi, nello specifico, cosa succede a chi non paga? Basta una sola bolletta non saldata per restare senza luce? E come si fa a rateizzare il conto (sempre più salato) del gas? Ché qui il patatrac è appena iniziato: crescono i morosi, ma non i furbetti. È che sempre più italiani non ce la fanno. L'inflazione, gli aumenti che colpiscono pure la spesa al super e il rifornimento alla stazione di benzina, i salari che invece no, sono gli unici a restare tali e quali. È un problema. Mi-staccano-le-utenze, è la paura di milioni di famiglie che hanno già l'acqua alla gola. Ecco, il pericolo c'è: però non è così imminente. Non è sufficiente un ritardo tra l'ultimo bollettino mav e il versamento alle Poste per vedersi chiudere automaticamente il contatore e tanti saluti.

 

 

Anzitutto si deve passare per i solleciti: chi non paga una bolletta, prima di ritrovarsi al buio (o al freddo), riceverà dal proprio fornitore energetico un avviso bonario, che può arrivare anche a distanza di qualche settimana, cioè in corrispondenza con le nuove scadenze e poi allora, davvero, son dolori. Perché i salti mortali da fare diventano doppi. Ma almeno, nell'immediato, c'è modo di rimediare. Se neanche l'avviso bonario va a buon fine, però il gestore passerà alle "maniere forti", che significano una raccomandata con ricevuta di ritorno. $ questa che fa la differenza perché è questa che fissa una data (venti giorni dall'emissione e quindici dall'invio): solo scaduta quella, passato quel lasso di tempo, si rischia, e per davvero, il distacco di luce e gas. Nel caso dell'elettricità il "blackout" avverrà per gradi: ossia mica tutto in una volta sola. Prima di spegnere le lampadine, infatti, il gestore di turno ridurrà la potenza del contatore del 15%.


Ce ne si accorge perché sul display in questione comparirà la scritta «fattore k 15%» e a quel punto sì, occorre correre ai ripari. Il servizio di fornitura (e questa non è una buona notizia) può essere sospeso anche solo dopo una bolletta non pagata, ma non è detto che debba andare per forza così. È a discrezione del fornitore, il quale può decidere, al contrario, di aspettare. Per chi ha optato per il mercato libero il discorso è più ampio perché dipende dalle condizioni stipulate di volta in volta al momento della sottoscrizione del contratto. Poi ci sono le more, gli interessi, nei quali incappano quelli che non hanno pagato (o che non sono riusciti a pagare) in tempo. Vale lo stesso principio: l'ammontare dipende dal tipo di clausole accettate in precedenze.

 

 

La "messa in mora" non può tuttavia avvenire nei festivi e nel fine settimana e ci sono "clienti" (come ospedali, carceri e scuole) definiti «non disalimentabili»: il motivo lo si comprende facilmente. È possibile rateizzare le bollette: per gli utenti del mercato libero occorre chiamare il proprio fornitore e prendere visione delle modalità (che differiscono caso per caso, anzi contratto per contratto); per chi ha scelto il mercato tutelato è l'Arera, l'Autorità per la regolazione dell'energia delle reti e dell'ambiente, a fissare i paletti. Nel senso: per la luce il pagamento dilazionato vale solo sugli importi superiori ai 50 euro e nel caso in cui il ricalcolo dei consumi effettivi sia superiore del 150% rispetto agli addebiti precedenti.

Lo stesso limite delle bollette con più di 50 euro vale anche per le forniture di gas, ma qui il rialzo dei consumi deve essere almeno del doppio su quello passato. Altri casi in cui è possibile chiedere una rateizzazione sono per un malfunzionamento del contatore, se non è stata rispettata la periodicità prevista per l'invio delle bollette, per il ricevimento di un bonus statale o se il cliente si trova in una situazione di mora.

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