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Banche, Daniel Gros: "Un nemico oscuro che lavora dall'interno"

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Daniel Gros, economista tedesco, avverte l'Europa. Nel mirino quanto sta accadendo negli Stati Uniti e non solo. "Le banche dell’eurozona - premette - sembrano tecnicamente al riparo da 'corto circuiti' dovuti all’impennata improvvisa dei tassi: certo, se la crisi generalizzata di fiducia sul sistema finanziario continuerà, anche loro dovranno temere". Raggiunto da Repubblica, il direttore dell’Institute for European Policy Making della Bocconi parla delle crisi in atto, "crisi improvvise" e che "hanno origini così diverse che ci si chiede: dove si aprirà la prossima falla?". Il paragone è forte: "È come se un nemico oscuro lavorasse dall’interno".

 

 

Gli agguati dunque sono dietro l'angolo, perché "le banche commerciali stanno sfruttando questo 'momento magico' per tesaurizzare quanti più profitti possibile: tengono basse le remunerazioni dei depositi e caricano sui prestiti. Finché va avanti così, restano forti. Poi però devono misurarsi con la fiducia complessiva nel sistema. Qualcuna è più esposta di altre". Soprattutto - prosegue - "quelle che hanno una banca d’investimento più sviluppata rispetto al retail. Tipico l’esempio del Credit Suisse, e si è visto com’è finita. Ma anche Deutsche Bank e alcune grandi banche francesi. Chi ha un business tradizionale rischia meno. I settori più esposti sono quelli che si imperniano su un modello basato sui bassi tassi".

 

 

Da questa situazione, tiene a far sapere, trarranno vantaggio "New York, e in seconda battuta Londra. Peraltro alla capitale inglese già faceva capo per molte attività il Credit Suisse". Da qui la conclusione: "In un certo senso l’Ubs ha fatto l’affare del secolo. Il Credit vale molto di più di quanto è stato pagato, una volta depurato dalle falle di gestione. Ubs potrà contare su un 'tesoretto' da utilizzare per fini fiscali e, un domani, per rinforzarsi". 

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