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Il "Corriere" insulta tutti sui social? Attacco hacker oppure... perché il caso si complica

Michele Zaccardi
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Che sia impazzito il profilo Twitter del Corriere della Sera? Il dubbio, a vedere quello che è successo ieri mattina, è venuto a molti. Tutto a un tratto, in risposta a un articolo su una protesta da parte degli studenti contro il caro affitti, sono iniziati a fioccare cinguettii di insulti allo stesso giornale, al governo e alla ragazza che, suo malgrado, si è trovata ritratta nella foto a corredo del pezzo. Fin qui, nulla di strano. Il punto è che i commenti avevano tutti una caratteristica comune: i singoli tweet pubblicati erano accompagnati dal logo del quotidiano di Via Solferino e preceduti da un “nickname”. Qualche esempio? Popolo di Twitter scriveva «cazzari (riferito al Corriere, ndr)», PaoloBersani9 sentenziava che «per colpa di Meloni l’Italia è retrocessa tra i pezzenti razzisti di Visegrad, che in Europa contano zero», mentre Rossoout attaccava la ragazza con un «fai la pendolare viziatella».

 

 

L’ELEGANTE FILOLOGO
Riferendosi ai giovani che, accampati in tenda di notte davanti alla Sapienza, chiedevano una soluzione per gli alloggi universitari, un altro elegante filologo, tale Zero_dosi (forse rimasto ancora ai tempi del Covid), ha invece chiosato: «Io per anni ho fatto 100 km per andare a lavorare! Siete una GenerazioneDiFallitiiii (sic, ndr)». La lista potrebbe andare avanti ancora a lungo: prima di venire cancellati, i tweet erano decine. Insomma, un bel giallo, visto che i commenti erano tutti fatti a nome del Corriere, con tanto di spunta blu, quella che certificai profili ufficiali. A portare a galla la vicenda è stato un lettore di Dagospia, che ha inviato al sito di Roberto D’Agostino gli scatti delle raffinate note, suggerendo anche un’ipotesi suggestiva per spiegare il mistero.

Ovvero che i messaggi fossero stati generati da una Bot Farm, e cioè algoritmi in grado di produrre migliaia di utenti fittizi che scrivono e commentano sulle piattaforme social. Un modo per aumentare le interazioni e quindi promuovere campagne pubblicitarie, dare visibilità a qualche personaggio o, come ritiene in questo caso il lettore di Dagospia, alimentare il dibattito e generare quindi più visualizzazioni. «A prima vista» scrive l’aficionado di Dago, «sembrerebbe che sia stata rivelata, evidentemente per errore, l’esistenza di una “BotFarm” nel maggiore quotidiano italiano: un generatore automatico di commenti carichi di odio per fare engagement. Si tratta dello stesso metodo usato da alcuni governi per destabilizzare le democrazie occidentali». Che da anni Cina e India diffondano disinformazione e becera propaganda su Internet non ci piove, è un fatto ormai acclarato.

Epperò: pare un po’ eccessivo accusare il principale quotidiano italiano di ricorrere a simili mezzucci pur di avere qualche clic in più ai propri articoli pubblicati sul web. Anche perché i fini intellettuali le cui note, impreziosite dal logo del Corriere della sera, hanno imperversato sul profilo Twitter del giornale milanese per due mattine, mercoledì e giovedì, esistono veramente. In altre parole, non sono Bot (una volta si sarebbe detto più o meno robot). Siamo andati a controllare e sia i profili sia i commenti incriminati sono di persone (all’apparenza) reali. Il che esclude l’ipotesi di un’improbabile campagna a colpi di trucchi informatici portata avanti dai colleghi di via Solferino per gonfiare i numeri del sito.

BUIO PESTO E SOSPETTI
E allora, come si spiega la vicenda? Hackeraggio? Errore informatico? O forse qualche buontempone che, entrato in possesso delle credenziali del “Corrierone”, ha voluto fare una simpatica burla? Tutto è possibile. Peraltro il giallo, emerso grazie a Dagospia giovedì, è iniziato in realtà mercoledì. Insomma, devono essere state due mattine di fuoco per la redazione, che si è trovata per un ventina di minuti con il profilo Twitter fuori controllo. Impazzito, appunto. Dal Corriere della sera negano l’esistenza di qualunque Bot Farm e fanno sapere di stare preparando una risposta da inviare a Dagospia. Ma, sulle cause, anche dalle parti di via Solferino, è buio pesto. Insomma, che sia stato un problema tecnico oppure un attacco hacker in piena regola, per ora, nessuno lo sa di preciso. Dopo aver cancellato i tweet, sono state cambiate anche le password di accesso al profilo. La speranza è che ciò sia sufficiente ad evitare altri spiacevoli incidenti.

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