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Città più vivibili e sostenibili grazie ai piani urbani di Fs

Michele Zaccardi
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Sostenibilità, vivibilità e partecipazione: sono queste le linee di sviluppo che Bergamo e Brescia stanno seguendo per trasformare i propri spazi urbani. In questo quadro, un ruolo di primo sarà svolto da Ferrovie dello Stato Italiane che, nell’ambito della manifestazione che vede le due città lombarde “Capitale della Cultura” 2023, ha deciso di sostenere come partner una delle quattro aree tematiche che hanno ispirato la progettazione dell’evento. Il nome non è stato scelto a caso: l’area si chiamerà “Città Natura” e sarà l’occasione per sviluppare idee nella direzione di una coesistenza tra singoli, collettività, imprese e risorse naturali, ridisegnando, al tempo stesso, le relazioni tra modalità di insediamento, forme di consumo, sistemi di trasporto e attività produttive in chiave sostenibile.

Attraverso la valorizzazione della cultura di innovazione e il supporto concreto per l’implementazione di progetti che hanno l’obiettivo di rendere Bergamo e Brescia più vivibili, sostenibili e connesse, Ferrovie dello Stato contribuirà a dare un forte impulso a questo processo di trasformazione urbana in cui le collettività e i territori rivestono una funzione centrale. Polo Infrastrutture (gruppo FS) realizzerà importanti investimenti che ottimizzeranno le linee ferroviarie e le reti stradali regionali e nazionali con collegamenti sempre più rapidi ed efficienti. Si tratta di un programma di interventi che si pone in stretta sinergia con quanto le due amministrazioni cittadine stanno portando avanti da tempo. Le iniziative messe in campo dai due comuni spaziano dall’urbanistica, alla mobilità pubblica, passando per la valorizzazione delle aree verdi, il tutto all’interno di una strategia che fa della neutralità climatica e dell’aumento del benessere dei cittadini i propri cardini.


Nel complesso, il piano industriale del gruppo Fs prevede 200 miliardi di euro di investimenti in Italia nei prossimi dieci anni, risorse che andranno a finanziare la realizzazione di infrastrutture moderne e resistenti ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di rendere il Paese sempre più centrale nel sistema dei trasporti europei, aumentando il traffico merci e passeggeri e puntando sull’intermodalità. Solo in Veneto, Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), capofila del Polo Infrastrutture del gruppo, investirà 8 miliardi di euro nei prossimi anni. Tra le opere principali riveste particolare importanza l’Alta velocità Brescia-Verona-Padova, che si inserisce tra gli interventi per quadruplicare la linea ferroviaria Torino-Venezia.
 

INCREMENTO DELL’OFFERTA
Una volta completate, queste infrastrutture assicureranno un incremento dell’offerta di trasporto (alta velocità, regionale e merci) e una migliore separazione dei flussi di traffico, con conseguente aumento della capacità e della regolarità del servizio, riduzione dei tempi di viaggio e una maggiore frequenza dei treni. L’impatto positivo non si limita, però, al solo mondo ferroviario. Grazie infatti alle grandi possibilità di sviluppo del trasporto intermodale, ottenuto attraverso una maggiore quota di transito delle merci su ferro anziché su gomma, si riuscirà a diminuire la congestione di strade e autostrade. Il Veneto potrà così ritagliarsi un ruolo di primo piano nel settore continentale del traffico merci, con la Brescia-Verona-Padova che si configura come uno snodo fondamentale. La nuova linea è infatti uno dei tasselli del Core Corridor Mediterraneo, l’asse infrastrutturale che collegherà i porti del sud della Penisola iberica all’Europa orientale, passando per la Francia meridionale, l’Italia settentrionale e la Slovenia. Per favorire invece l’intermodalità e il rilancio del turismo, Rfi ha messo in campo una strategia di potenziamento dei collegamenti ferroviari con gli aeroporti.


Al momento, gli aeroporti connessi all’infrastruttura nazionale sono sette, mentre quelli allacciati alle reti regionali o ad altri sistemi di trasporto sono sei. Bergamo sarà una delle città maggiormente interessate dagli interventi sul fronte dell’intermodalità che il gruppo Fs ha in programma.

ORIO AL SERIO
L’Aeroporto di Orio al Serio sarà infatti dotato di un collegamento a doppio binario con la stazione, che lo allaccerà direttamente alla rete nazionale. In questo modo, aumenterà l’offerta di trasferimenti intermodali, migliorando il servizio di trasporto pubblico locale, con una riduzione dell’impatto sull’ambiente. Alla conclusione del progetto, Orio al Serio sarà raggiungibile direttamente da Milano con percorrenze comprese tra i 50 e i 60 minuti, mentre da Bergamo il tragitto sarà di 10 minuti. È prevista anche la realizzazione di una stazione a servizio dell’aeroporto, con quattro binari di stazionamento e due banchine coperte da pensiline, che sarà collegata tramite tappeto mobile interrato all’aeroporto. L’investimento per l’intero progetto è pari a 209,46 milioni di euro, interamente finanziati. Attualmente è in corso l’attività negoziale e si prevede l’avvio dei lavori entro il 2023, con l’entrata in funzione del nuovo collegamento entro il 2026. Ma il progetto del nuovo hub di Bergamo si inserisce all’interno di un contesto di più ampio respiro, il piano “Bergamo Porta Sud”, che interessa la rigenerazione delle aree dello scalo ferroviario e la valorizzazione di una vasta area comunale, che coinvolgerà, oltre a Rfi, anche Fs Sistemi Urbani, società capofila del nuovo Polo Urbano del gruppo Fs. Il rinnovo della stazione e delle connessioni tra i diversi sistemi di trasporto sarà anche l’occasione per ricucire la parte nord con quella sud della città. L’investimento complessivo ammonta a 80 milioni di euro, di cui 50 finanziati con i fondi del Pnrr, e rientra tra gli obiettivi del Piano Integrato di Stazioni steso da Rfi per il rafforzamento degli scali ferroviari più rilevanti. Un piano che ha l’obiettivo di esprimere appieno il potenziale di snodo trasportistico e polo di servizi delle stazioni, integrandole nel contesto urbano e influendo positivamente sulla riqualificazione dei territori tramite l’aumento delle connessioni con il trasporto pubblico locale, la sharing mobility e la mobilità attiva. Con uno stanziamento totale di 5,7 miliardi di euro in dieci anni, Rfi punta a riqualificare 487 stazioni e 21 hub. Entrando nel dettaglio, la società intende far diventare la nuova stazione di Bergamo la parte più viva di un sistema organico complesso, sia per le funzioni legate al trasporto e scambio ferro-gomma, sia in senso urbano e ambientale.

CONCETTI ALL’AVANGUARDIA
Tutto l’intervento sarà improntato alla continuità dei flussi, alla riqualificazione funzionale, con un focus sull’intermodalità. Il disegno della nuova struttura passeggeri a est della stazione storica e della nuova galleria di collegamento tra le banchine a ovest ha anche un’aspirazione più elevata: quella di operare una rilettura contemporanea del tema della stazione, pensata non solo come pura infrastruttura ma anche come edificio urbano. La progettazione è strutturata attorno al tema dell’accessibilità per ogni tipo di utente, con particolare attenzione alle persone con mobilità ridotta, e alla sostenibilità ambientale. Sotto quest’ultimo profilo, verrà adottato un approccio volto a una rendicontazione integrata mediante l’utilizzo dei Criteri ambientali minimi e seguendo il principio, stabilito a livello europeo, del “Do No Significant Harm”, che impone che gli interventi non arrechino danni significativi al territorio. Lo scalo, che al momento movimenta circa 8,5 milioni di passeggeri all’anno, arriverà a a gestire, entro il 2026, circa 10 milioni di utenti. E questo grazie soprattutto agli interventi infrastrutturali connessi, come il raddoppio della tratta Ponte S. Pietro-Bergamo e la realizzazione del nuovo collegamento per l’aeroporto. Per quanto riguarda le tempistiche, per ora sono in corso gli adempimenti con gli enti e i Ministeri previsti dall’iter autorizzativo, ai quali seguirà la successiva fase negoziale per l’aggiudicazione dell’appalto. L’avvio dei lavori è previsto a metà 2024, con conclusione di una prima tranche di opere finanziate con risorse del Pnrr entro fine dicembre 2026.

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