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Come funziona (e per chi) l'accesso al "credito agevolato": occhio alla dritta

Manuela Donghi
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Chiunque di noi si è imbattuto almeno una volta nell’espressione «accesso al credito», soprattutto nel presente, visto che si parla molto di questo in relazione al rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Inquadriamo l’argomento e ricordiamo che quando si parla di accesso al credito, si intende la possibilità per una persona fisica, un soggetto giuridico o un’impresa, di richiedere un finanziamento a un istituto di credito. Per poter avere accesso al credito occorrono requisiti specifici ma differenti, per esempio a seconda della tipologia del finanziamento.

Il tema èdiventato di rilevante interesse perché, in un contesto di politiche monetarie da “falco”, e di conseguente rallentamento economico, si registra una maggiore difficoltà a ottenere prestiti, e questo riguarda in particolar modo le micro, piccole e medie imprese, che hanno necessità di ottenere denaro attraverso finanziamenti per poter investire sul futuro o anche per poter restare in piedi. Abbiamo letto e riletto i dati del primo trimestre di quest’anno che hanno scattato una fotografia positiva del nostro Paese, sulla scia di una fine 2022 buona. Così abbiamo iniziato il 2023 pensando (e sperando) in una ripresa dell’economia, ma lo scenario è cambiato e rischia di modificarsi ancora di più a partire proprio dalle condizioni delle nostre imprese, penalizzate dalla congiuntura attuale. La Bce alza i tassi? Inevitabile l’impatto sul sistema Paese. Tanto per non girarci intorno, l’Abi, Associazione bancaria italiana, ha reso noto che nel mese di maggio, il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle aziende sia salito al 4,90% contro l’1,44% di giugno 2022. Questo rende l’idea di quanto siano aumentati i tassi dei prestiti alle imprese in un solo anno: un incremento di 3,46 punti percentuali.

Se la situazione può essere già stata scontata dai mercati finanziari, non si può dire lo stesso per l’economia reale, con i conti da far quadrare e attività imprenditoriali da mandare avanti. Per questo motivo è bene parlare di finanza agevolata e del suo significato. Inserire questo concetto nel nostro personale glossario finanziario può essere molto utile di questi tempi. In generale, quando si parla di finanza agevolata si intende l’insieme di interventi promossi dal legislatore a livello comunitario, regionale o nazionale messi a disposizione delle imprese con lo scopo di incentivare progetti di sviluppo economico. In questo modo Stato, Regioni e Unione europea offrono alle imprese finanziamenti, agevolazioni, contributi e altri strumenti finanziari a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato, così che possano crescere assumendo personale e mettendo a punto idee e progetti per i quali servono nuovi investimenti, e che da sole non potrebbero portare avanti. Di quali facilitazioni stiamo parlando? Ne esistono di diverso tipo: ci sono contributi a fondo perduto (erogazione di una somma in denaro non soggetta a obbligo di restituzione), finanziamenti agevolati, cioè prestiti di durata variabile a condizioni e tassi più convenienti rispetto a quelli proposti dal mercato, interventi in conto garanzia, vale a dire denaro che copre i costi sostenuti dall’impresa per prestare assicurazioni a un ente finanziatore per ottenere un finanziamento, crediti di imposta (o bonus fiscali) e incentivi fiscali. Questi ultimi possono essere classificati in contributi diretti, ossia in liquidità, oppure indiretti, quando l'impresa ha la possibilità di sfruttare benefici fiscali. Infine: chi può accedere alla finanza agevolata? Dipende: le condizioni richieste variano in base alla tipologia, alle finalità del bando o alle regole poste dall’Ente gestore.

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