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Manovra, chi si trova fino a 2mila euro in più in busta paga

Sandro Iacometti
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La manovra sarà pure fasulla, come sbraitano dall’opposizione, ma i soldi che di qui a poco inizieranno ad entrare nelle tasche dei cittadini sono veri. E non si tratta di cifre così trascurabili. Basti pensare che dei circa 28 miliardi di manovra più riforma del fisco una quindicina sono destinati al taglio delle tasse e altri 5, che diventano 7 considerando gli anticipi che saranno erogati già quest’anno, all’aumento dei contratti per i dipendenti pubblici. Su quest’ultimo fronte le prime novità, per circa 1,5 milioni di dipendenti pubblici (a cui si dovrebbero aggiungere anche i 670mila della sanità), già si vedranno nei cedolini di dicembre.

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L’anticipo, secondo i calcoli effettuati dal Sole 24 Ore, sarà robusto. La cifra varierà in base alla qualifica e ai contratti ma il meccanismo sarà uguale per tutti: in busta paga arriverà una “una tantum” pari a 6,7 volte l’indennità di vacanza contrattuale annuale di ogni inquadramento. Il che significa somme che possono arrivare, per i livelli più alti, fino a 2mila euro. Ma anche per chi ha retribuzioni inferiori le somme non saranno irrilevanti. Gli impiegati dei ministeri e delle agenzie fiscali, ad esempio, percepiranno 778 euro, mentre per gli operatori, che occupano il gradino più basso degli organigrammi ministeriali, sono in arrivo 661 euro. Per funzionari e dirigenti, ovviamente, l’asticella si alza. Si parte dagli 845 euro del funzionario medio e si arriva a 1.939 euro per i dirigenti di prima fascia.



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Ben più rilevanti, sotto il profilo politico e sociale, sono però gli incrementi retributivi che riguarderanno categorie della Pa con paghe mediamente inferiori, malgrado il loro ruolo strategico. A partire dalla scuola, il comparto più popoloso e peggio pagato della Pubblica amministrazione. Si parte con i collaboratori a bassa anzianità, che a dicembre riceveranno 595 euro. Per i maestri, sempre in base all’anzianità di servizio, si va da 765 a 1.056 euro. Mentre i professori si muovono in una finestra che parte da quelli delle medie con pochi anni alle spalle (765 euro) e si chiude con quelli delle superiori ad alta anzianità, che si troveranno in busta paga 1.228 euro in più. L’una tantum per i dirigenti scolastici sarà invece di 1.516 euro.
Gil altri due comparti di lavoratori statali centrali per la vita dei cittadini sono la sanità e la polizia. Sul primo fronte si va dai 657 per l’operatore di base ai 1.516 euro per i medici, passando per il livello intermedio degli infermieri, che riceveranno (quelli specializzati) 1.053 euro. Per quanto riguarda le forze di sicurezza, gli agenti riceveranno 699 euro di anticipo, mentre agli ispettori andranno 871 euro. Per il commissario capo è invece prevista una maggiorazione di 1.000 euro tondi.

 


MENO TASSE
Ma c’è una piacevole novità che riguarda tutti i cittadini. Con particolare riferimento a quelli che hanno gli stipendi più bassi e si trovano in maggiori difficoltà. In questo caso per le prime variazioni bisognerà attendere il prossimo anno, quando diventeranno operativi gli effetti combinati del taglio del cuneo e dell’accorpamento delle prime due aliquote Irpef del 23 e del 25%, con l’estensione del primo scaglione fino a 28mila euro di reddito. Ebbene, il risultato sarà quello di un quasi raddoppio della no tax area. La soglia di reddito sotto al quale non si paga un euro di tasse prevede già un innalzamento specifico per i lavoratori dipendenti a 8.500 euro l’anno di reddito, per equipararla a quella già in vigore per i pensionati. Ma il combinato disposto degli interventi previsti in manovra e nel decreto fiscale comporterà, grazie al calcolo delle detrazioni d’imposta già previste per i lavoratori, un ulteriore allargamento della platea di contribuenti che sarà totalmente esentata dal versamento dei balzelli. Sempre secondo i calcoli del Sole 24 Ore la soglia della no tax area effettiva sarà fissata a 13mila euro. Con conseguenze a cascata. Fino a 20mila euro si pagherà meno del 10% di Irpef, che diventa circa il 20 se si superano i 33mila euro. Mentre per pagare il 30% bisognerà guadagnare più di 50mila euro l’anno. 

 

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